Nella mitologia greca Icaro, noncurante degli avvertimenti del padre di non avvicinarsi troppo al sole, vide sciogliersi le ali di cera che aveva attaccate al corpo cadendo in mare, rapito dall'ebbrezza del volo.
Ieri sera al Circolo degli Artisti di Roma, riaperto per l'occasione (sono in corso, infatti, lavori di ristrutturazione interna) con estremo trasporto dei frequentatori assidui ed affezionati, a suonare ci sono stati i Fast Animals And Slow Kids, ed io testimonio di aver visto esseri umani volare; come Icaro, analogamente noncuranti delle multiple fratture e contusioni che ciò avrebbe potuto loro provocare. Il gruppo, di base a Perugia, è un incendio divampato inarrestabile, che negli anni ha costellato la propria carriera di live dall'impatto fortissimo, di quelli che vengono anticipati dalla frase: “Prepariamoci, che stasera ci si fa male”, (a mio parere, sigillo di garanzia di un concerto).
Opening act dei molfettesi The Pier, in attivo dal 2011 e vincitori quest'anno del Premio Maggio, estremamente promettenti ed entusiasti con una collezione di brani sia strumentali, che cantati in inglese. Originariamente fondato come un duo, quello di Pasculli e Terlizzi si è arricchito nel 2013 della voce e chitarra di Danilo De Candia, a completare un progetto post rock che non si aggiunge ennesimo in cima all'elenco del già ascoltato, ma si afferma originale e fresco, potendo evolvere ancor meglio e maturare nelle sue potenzialità.
Sono quasi le 23 dell'11 Dicembre, e la sala del Circolo è quasi completamente piena. L'aria è rovente, le prime file sgomitano nella preparazione atletica a saltare e darsele di santa ragione, ché altrimenti di rock crudo e sporco non si può parlare. I FASK giungono sul palco, ed è un'esplosione. Aimone Romizi è un frontman travolgente nella sua umiltà; ogni pezzo ha una premessa, qualche parola spesa a proposito di quanto sia bello per la band trovarsi a Roma e quanta intensità vogliano sentir provenire dai presenti. Ed è bello davvero, in modo sincero e concreto, non è il dialogo standardizzato cantante-pubblico che, parafrasando i Promessi Sposi, “s'ha da fare”. I FASK sono emozionati dall'avere innanzi così tante persone, increduli e lusingati, pur avendo alle spalle centinaia di date altrettanto nutrite e vigorose in tutta Italia. “Abbiamo promesso che se ci fosse stata tutta questa gente, questo posto lo avremmo fatto scoppiare”, dicono. Parola data, impegno mantenuto.
I pezzi si susseguono come una scarica senza riposo, graffiati e urlati, ma eccezionali nell'esecuzione. Ogni membro del gruppo spicca per totale dominio della scena, per bravura: nulla è fuori posto, in questo caos di chitarre e sudore e potenza. “Odio suonare”, “Calci in faccia”, “Come reagire al presente” dal recentissimo terzo album “Alaska”; fra un brano e l'altro de “Hybris”, anche un inaspettato ritorno a “Cavalli”, disco d'esordio prodotto da Andrea Appino degli Zen Circus, che li ha consacrati negli annales dell'alternative nazionale.
Un'esibizione mostruosamente spiazzante, aggressiva ed indelebile. I Fast Animals And Slow Kids sono la tempesta perfetta che si scaglia su una serata romana stellata e quieta: il live è un contenitore persino troppo costrittivo per così tanta forza. Non vedo l'ora che tutto questo si ripeta ancora.
 
Laura Caprino

Foto Credits Amel Tinti
QUI la gallery completa della serata.