Nightguide intervista gli Amandla

Nightguide intervista gli Amandla


Paragonati a Verdena e Cesare Cremonini, gli Amandla dimostrano di essere davvero eclettici con il loro video, Al posto delle parole, e il loro disco Non ci pensare. Fra rock e cantautorato in italiano, abbiamo parlato con la band di influenze, novità, date live, dischi e quello che succede in giro.


Dunque, vi hanno paragonato a Verdena, Ministri e Cesare Cremonini: considerando che a primo acchito questi artisti sono discretamente diversi l'uno dall'altro, vorrei la vostra opinione in merito e, visto che ci siamo, quali sono le vostre influenze?


Sì, diciamo che Cremonini e Verdena sono di due mondi completamente diversi. Penso che il motivo per cui ci accostino ad entrambi sia dovuto al fatto che spaziamo molto dal pop al rock, un po' perché non abbiamo sempre le idee chiare e un po' perché ci piace provare cose nuove e seguire il nostro istinto. Le nostre influenze sono varie e di ogni genere ma non possiamo non citare Daniele Celona, i ministri, colapesce e Marta sui tubi. 


So che Al posto delle parole è il vostro nuovo singolo, ma vorrei chiedervi del disco: ci potete dire qualcosa del vostro debutto, e di come vi fa sentire tirar fuori le canzoni dal cassetto e farle sentire in giro?
"Non ci pensare" è il nostro primo album ufficiale (avevamo lavorato ad un ep un paio d'anni prima)  e come ogni debutto che si rispetti è carico di emozioni, dubbi ed aspettative. Scrivere canzoni, arrangiarle, registrarle e proporle al mondo è un processo lungo e delicato  che mi sento di definire faticoso,non soltanto per il tempo impiegato ma anche per un discorso emotivo. Quando si scrive una canzone ci si mette a nudo e questo spaventa sempre un po' perché non sai che risposta avranno gli altri. Ovviamente il gioco vale la candela sennò non saremmo qui a parlarne.


Al posto delle parole parla del tema della difficoltà di comunicare: in un momento in cui parlarsi sembra difficilissimo e mandarsi messaggi a distanza di 10 centimetri l'uno dall'altro è normale, quanto credete sia radicato il problema, e quanto pensate che sia risolvibile?
Il tema della non comunicazione è un discorso che si può associare facilmente all'avvento e sviluppo dei social network e come questi abbiamo condizionato la nostra società. Tuttavia "al posto delle parole" nasce da una riflessione più generale sulla difficoltà di aprirsi agli altri. Penso che sia un discorso senza tempo, abbiamo sempre paura di dire qualcosa di troppo e di mostrarci vulnerabili. La soluzione è parlare di quello che ci spaventa o ci fa sentire inadeguati, proprio come si fa nelle canzoni. Per esperienza si impara che la condivisione ci salva da pensieri negativi ricorrenti che finiscono per consumarci dall'interno.


Ci raccontate qualcosa delle riprese del video? Come è andata?
Dovremmo chiederlo al nostro bravissimo regista Mirko Salciarini perché non eravamo presenti. Avendo già collaborato con lui in altri lavori sapevamo di poterci fidare e gli abbiamo lasciato carta bianca (e abbiamo fatto bene). Per questo video ha collaborato in veste di illustratrice ed attrice Giulia, cogliamo l'occasione per ringraziarla ancora tanto.


Quando parlate di comunicazione parlate anche della reticenza ad esporsi e mostrarsi vulnerabili, e so per esperienza che la cosa può creare problemi piuttosto importanti quindi, domanda filosofica: considerando che, nonostante tutte le lotte in atto, si continua a sbandierare l'idea dell'uomo forte che non deve chiedere mai e della donna strafiga anche quando fa la lavastoviglie, quanto ci stiamo facendo del male da 1 a 100?
Sicuramente dover rientrare in un ruolo prestabilito in base a stereotipi sia per gli uomini che per le donne è molto limitante e faticoso. Non siamo fatti con lo stampino, ognuno è unico e non dovrebbe mai vergognarsene. Spesso ci vengono proposte figure idealizzate dell'uomo/ donna ideale, nel momento in cui sentiamo questa distanza fra noi e questi modelli ci assale lo sconforto e ci vergogniamo di chi siamo. Il mio personale invito è di fregarcene di quello che ci si aspetta da noi in base al nostro genere sessuale. Ognuno deve essere libero di fare ciò che meglio crede della sua vita, questa è una verità che non dobbiamo mai perdere di vista.


Ci raccontate qualcosa anche del primo singolo, Febbre? E del concerto del Primo Maggio a Roma?
Febbre è stato il primo singolo tratto da"non ci pensare" ed è uscito in anteprima a fine febbraio 2018 su Rolling Stone Italia. La canzone ha avuto una buona risposta da parte del nostro pubblico ed è stata l'ultimissima alla quale abbiamo lavorato prima di entrare in studio a registrare l'album. Girare il video di FEBBRE è stata un' esperienza molto divertente perché abbiamo dovuto rintracciare manichini per tutta la Brianza e ancora adesso ne abbiamo uno nella nostra sala prove. Per quanto riguarda il concertone del Primo Maggio invece abbiamo sfiorato il sogno di parteciparvi tramite il concorso 1M next dove eravamo tra i gruppi candidati a questa opportunità ma ahimè non ce l'abbiamo fatta per un soffio.


Avete un tour in programma? Date in arrivo?
Le prossime date sono : 14 dicembre all'Arci il Ritorno a Seregno (MB) in apertura a the Niro, 10 gennaio apertura a Edda al Joshua Blues Club ad Albate (CO), il 25 gennaio al diavolo Rosso in apertura a Postino. Non vediamo l'ora.


Ora odiatemi pure a volontà: mi sapete dire quali sono i vostri tre dischi preferiti in assoluto?
Direi la fine dei vent'anni di Francesco Motta e una somma di piccole cose di Niccolò Fabi.

amandla, interviste, interviste musica

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