La formazione primordiale dei Crevice vede la luce nel 2006 da un'idea del cantante Elia e del chitarrista Luca. Negli anni subiscono diversi cambi di formazione - “abbiamo cambiato più batteristi noi che gli Spinal Tap” - diranno. Dopo anni passati a suonare nei peggiori locali della provincia milanese e d'intorni, nel 2010 pubblicano il primo EP “Odissea”.
Nei primi mesi del 2014 esce il primo album “Aspetto Nel Fuoco” e viene portato in giro per numerosi locali e festival del nord Italia. A settembre del 2014 la band annuncia lo scioglimento.
Ad ottobre 2017, dopo tre anni di silenzio, i Crevice tornano sulle scene con una nuova formazione e a maggio del 2018 entrano in studio con il produttore Davide Lasala per registrare il secondo album presso l'Edac Studio.
I Crevice sono un trio alternative che affonda le sue radici nella malinconia del grunge, nella poesia del cantautorato, nella rabbia del rock e nell'inquietudine di un cantato in italiano dagli spunti sognanti.
Questo è quello che ci ha raccontato il loro frontman, Elia Biancardi, in occasione dell'uscita del loro singolo “Viola!.

Nightguide. Ciao Elia, innanzitutto parlaci della tua band, i Crevice. Racconta un po' ai nostri lettori cosa dovrebbero conoscere di voi.
Elia Biancardi. Ciao Luigi! il piacere è tutto mio. Noi siamo Elia Biancardi (voce chitarra), Andrea "Nene" Nembri (basso), Federico Campanelli (batteria). Io e Nene ci conosciamo dalle superiori, mentre Federico lo abbiamo conosciuto qualche anno fa quando ci ha fatto da fonico ad un concerto. Abbiamo iniziato a suonare insieme nel 2006 e da allora abbiamo avuto tanti cambi di formazione e soprattutto, di batteristi, razza maledetta. La formazione che abbiamo raggiunto ora penso sia la migliore che abbiamo mai avuto, la piu' equilibrata.

NG. La storia di questa band è davvero tormentata: tantissimi cambi, uno scioglimento qualche anno fa, una nuova formazione e un nuovo inizio. Secondo te cosa non aveva funzionato all'inizio e cosa ti ha spinto, dopo 3 anni di silenzio, a crederci ancora?
EB. Nella vecchia formazione credo non ci sia stato molto dialogo tra di noi, pur essendo molto amici, non riuscivamo a dirci proprio tutto e questo ha portato a rancori covati, rabbia e infine allo scioglimento. Cio' che ci ha spinto a ricominciare è sicuramente un'urgenza, una necessità e sicuramente qualche bottiglia di vino in corpo hanno contribuito e il sogno di riuscire a fare quello che ci piace nella vita, suonare.
NG. Da poco è uscito il vostro primo album, “Pesci”, presentato il 27 febbraio al Circolo Ohibò di Milano. Come è andato il release party? Deve essere stato emozionante arrivare finalmente al traguardo di un album dopo tanti travagli.
EB. Suonare all'Ohibo' è stata un'emozione incredibile, ma lo è stato ancora di più pubblicare il disco dopo quasi un anno di gestazione; siamo come una madre con un neonato: apprensivi, premurosi e felici in modo impagabile.

Crevice - Viola


NG. Ascoltando “Pesci” la mia mente è volata a quegli anni tra i '90 e l'inizio del nuovo millennio in cui il rock italiano sfornava i capolavori di band come i Timoria o gli Afterhours. Ti ritrovi in questo accostamento? Qual è la genesi artistica di quest'album?
EB. Be' ti ringrazio per l'accostamento, ci fa molto onore! I brani del disco sono nati tutti tra il 2014 e il 2018 in camera mia. Quando la band si è riformata ho proposto i pezzi ai ragazzi e ci abbiamo lavorato insieme. Poi l'arrivo di Davide Lasala come produttore ha dato colore dove prima era solo bianco e nero.

NG. Pensando proprio a quei periodi e al successo che hanno avuto certe band, come pensi sia successo che ad un certo punto un genere mai considerato come il rap, sia riuscito a prendere così velocemente il sopravvento in Italia, riuscendo quasi ad azzerare la presenza della musica rock nelle classifiche principali?
EB. Purtroppo il rock non ha più prodotto nulla di nuovo da qualche anno, mentre nella scena rap c'è molto più ricambio, più ragazzi anche molto giovani che hanno voglia di fare, mentre nel rock spesso ci si scontra con gente (anche musicisti) chiusi mentalmente, fermi a 20/30 anni fa. Il rock non fa più rivoluzioni.

NG. Adesso cosa vi aspetta per il 2019? Avete già in cantiere un tour? Puoi darci qualche anticipazione?
EB. Nel 2019 vogliamo suonare e basta, fare tante date ovunque sia possibile.

NG. Se ti offrissero la possibilità di scegliere una collaborazione per un prossimo brano, con chi ti piacerebbe farlo e perché?
EB. Per la collaborazione non saprei dire, non ci ho mai pensato, magari qualcuno che non c'entra niente con noi, per vedere cosa succede.

NG. Cosa rappresenta per te la Musica in 3 parole?
EB. Te ne dirò due: un'urgenza.

NG. Ultima domanda: ripensando al tuo percorso quali sono i 3 album che più ti hanno segnato e che mai potrebbero mancare nella tua collezione?
EB. Questa domanda mi manda sempre in crisi perché i dischi sono troppi. Dico i primi tre che mi vengono in mente. Sicuramente Grace di Jeff Buckley, un disco qualsiasi di Tom Waits e Dalla di Lucio Dalla.

 
Intervista a cura di Luigi Rizzo