Nightguide intervista La stanza della nonna

Nightguide intervista La stanza della nonna


La stanza della nonna torna con il secondo disco, Dove gli occhi non possono arrivare: sette brani che indagano i rapporti sociali e le diseguaglianze, l'amicizia, gli affetti e la famiglia e la creatività, ma nel disco c'è anche il legame con l'acqua elemento e metafora del fluire della vita, e la lotta eterna fra fantasia e realtà, con la fantasia che pare vincere sulla sua rivale. La stanza della nonna, dopo un cambio di formazione che ne ha ridotto i membri da sette a quattro, sono tornati con un disco che ha necessitato di anni di gestazione ma che offre musica, atmosfere e prospettive inedite per la band e che vanta la nuova collaborazione con Damiano Miceli, che ha guidato La stanza della nonna in questo lavoro creativo.





Per prima cosa, e ve lo chiedo perchè ne ho un bisogno sfrenato: da dove viene il nome La stanza della nonna?
Ciao Valentina! Molto semplice. Tutto è iniziato nel 2011 da una stanzetta in disuso della casa dei Nonni di due componenti del gruppo oltre ad aver scritto un brano intitolato “La Stanza della Nonna”. Ci siamo sempre considerati essendo amici da tanto come una, dunque il nome ci sembrava più che adatto.


Parlate di acqua in Anima di idrogeno, e sulla vostra copertina pare esserci una goccia d'acqua vista al microscopio (correggetemi se sbaglio): come mai questa scelta per la copertina del disco? E se mi sbaglio, cos'è in realtà?
In realtà non è una goccia d'acqua. Sono delle microalghe, chiamate diatomee, viste al microscopio con delle colorazioni particolari. Queste sono presenti in tutti i nostri mari e dobbiamo a loro gran parte dell'ossigeno che respiriamo.
Ci sembrava essere una giusta metafora di quanto è importante ciò che si trova "Dove gli occhi non possono arrivare", che spesso influenza la nostra vita senza che neanche ce ne accorgiamo.
Rappresentando la complessità e la bellezza che è racchiusa in tutto ciò che ci circonda


Questo disco esce grazie ai vostri fan, che hanno seguito il vostro crowdfunding. Anche per il primo album era andata così: come vi fa sentire sapere di avere una base di fan così affezionata, e cosa fate per ricambiarli (a parte le ricompense del crowdfunding)?
Anche in questo caso ritorna la parola famiglia. I nostri fan spesso diventano nostri amici, si crea un legame e cerchiamo sempre di dargli il massimo. Proprio per questo prima di far uscire il nostro secondo disco ci abbiamo messo 5 anni...volevamo stupirli, fargli ascoltare il nostro mondo nuovo e non dargli un “contentino”.


Il video, e il testo, di Hai mai visto gli asini volare fa ben intendere che preferiate la fantasia alla realtà, e io sono perfettamente d'accordo con voi. Quindi, qui, la domanda da fare non è se li avete mai visti volare ma: quando volano, secondo voi, dove atterrano dopo?
Il bello di questi asinelli è che non atterrano mai . Loro volano perchè è l'unica cosa che li fa stare veramente bene ed esistono per ricordarci di andare oltre la prima crosta di tutto quello che ci sta intorno, appunto andare dove gli occhi non possono arrivare.


Altra domanda folle: cosa si vede dove gli occhi non possono arrivare, cosa ne penserebbe Dylan Dog e a cosa sta giocando Kurt Cobain?
Non si vede nulla, ma si sente tutto! Dylan Dog si divertirebbe di sicuro e col suo clarinetto saprebbe suonare tutti i brani conosciuti e non solo il trillo del diavolo. Kurt Cobain nuota come il bimbo di Nevermind... ma nello spazio e insieme al suo gatto.


Mortell-In parla di quel momento magico in cui stai per tornare a casa ma qualcuno tira fuori una chitarra e allora che fai, vai via? No che non vai via. Adesso, però, siamo tutti chiusi in casa e non per nostra volontà: quando potremo tornare a suonare e divertirci tutti insieme, secondo voi, sarà cambiato qualcosa nel nostro modo di vedere gli altri?
Adesso non è semplice fare una previsione, ma come la storia ci insegna, questi grandi avvenimenti cambiano per forza qualcosa nella società. L'estate 2020 non sarà come le altre, questo è sicuro.


Fare un disco ora è complicato: non puoi suonarlo in giro, per prima cosa. Come fate a restare in contatto con chi vi ascolta, che accorgimenti avete preso?
Facciamo come stanno facendo in tanti, cioè fare molti contenuti video da casa. Pubblichiamo le vecchie interviste e ricordi della band in generale. Noi eravamo in piena promozione del disco.. non è stato facile accettare di dover annullare tantissime date. Inizialmente non avevamo intenzione di fare video “scadenti” da casa, speranzosi che potesse passare tutto velocemente...ma poi ci siamo arresi!


E ora, una domanda quasi di rito: cosa fanno le band in quarantena?
Stiamo buttando le basi per un terzo disco! Ovviamente è presto per dire quando, come, perchè e quanti brani avrà.. ma abbiamo visualizzato quelle che potrebbero essere le nostre nuove storie!
 

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