MALDESTRO - MIA MADRE ODIA TUTTI GLI UOMINI

MALDESTRO - MIA MADRE ODIA TUTTI GLI UOMINI

“Mia Madre Odia Tutti Gli Uomini” è il titolo, eloquente, del nuovo lavoro discografico di Maldestro, pubblicato il 9 novembre per Arealive e distribuito da Warner Music.
Il cantautore propone questo interessante lavoro dopo l'esperienza del Festival di Sanremo 2017 dove, con il brano “Canzone per Federica” presentato nella categoria Nuove Proposte, si è classificato al secondo posto vincendo il Premio della Critica del Festival della canzone italiana “Mia Martini” relativo a tale sezione, il Premio Lunezia, il Premio Jannacci, il Premio Assomusica e il Premio Miglior Videoclip. Da allora tantissimi concerti e un album realizzato in acustico in solo, presentando caratteri del tutto diversi dal precedente. Ora con questo nuovo disco l'esperienza, dapprima intima e solitaria, diviene racconto di vita.
 
Attraverso le note di Mia madre odia tutti gli uomini”, infatti, Maldestro ha scelto di raccontare una parte della sua vita, come un flusso di coscienza rimandato da uno specchio. Dieci storie che ci prendono per mano e ci portano nel mondo di Antonio senza alcuna riserva. Lo ha fatto affidando la produzione artistica a Taketo Gohara, sound designer che ha firmato lavori di Vinicio Capossela, Brunori Sas, Marta sui Tubi, Negramaro, Motta, Ministri, Verdena, Mauro Pagani e tanti altri.
 
L'album è stato anticipato dall'uscita del singolo e video “Spine”.

 
A proposito del disco, MALDESTRO ha detto:
''È stato naturale scrivere questo disco, sapevo che prima o poi sarebbe accaduto, che avrei fermato da qualche parte un pezzo della mia vita. Nuda e cruda, tenera e violenta, persino dannata a volte. Averla vinta sul dolore non serve a niente se prima non lo comprendi, è solo un vuoto a perdere. Con il dolore bisogna cooperare, solo in questo modo la ricerca della felicita non porta stanchezza. Questo è un disco che mi toglie l'armatura e quindi, libero di amare.''
 
La prima traccia di ''Mia madre odia tutti gli uomini'' è 'Il seme di Adamo', un brano dal sapore rock che si adagia su di un testo sensuale, che danza attorno al concetto della virilità che cerca di sfogare il proprio istinto. Segue il singolo che Maldestro ha scelto come singolo, 'Spine', impregnato di un romanticismo dalle tinte retrò gocciolanti in un ritmo tutto particolare.'La felicità' inizia con archi e piano, per poi abbracciare un cantato serio perfetto per un testo così riflessivo da catturare subito l'attenzione: un testo che parla di come la felicità possa essere raggiunta, ovvero combattendo, ogni singolo giorno; la quarta canzone del disco si intitola 'I poeti' ed è ritmata in modo molto folkloristico. Parla di poeti come di ''piccoli cialtroni che girano per il mondo''. E' un pezzo che appare anche leggermente autobiografico, visto che i poeti di cui si parla scrivono anche canzoni, da ascoltare ballando abbracciati come è facile fare su questo pezzo.
'Fino a qui tutto bene' è quasi una lettera a sé stessi, il punto su quello che ad un certo momento della vita si è realizzato e costruito, mentre ci si chiede se ''un giorno torneremo ad essere felici''; 'Joe' ha un sound trascinante, quasi reggae, sfruttato per parlare di un passato di gioventù e di felicità, che si ricorda con un sorriso sulle labbra.
La settima traccia di ''Mia madre odia tutti gli uomini'' è 'Come una canzone', che attribuisce proprio quest'odio ad una serie di fattori, tutti facenti parte dell'infanzia del protagonista del pezzo, probabilmente Maldestro stesso. Tutto questo su archi spettacolari che ne fanno un altro perfetto pezzo Sanremese.
'Fermati tutta la vita' narra il sentimento che si prova dopo averne passate tante ed esser giunti poi di fronte all'amore, cui chiedere di fermarsi per il resto delle rispettive esistenze. Un brano davvero commovente. È ancora di coppia - in questo caso ricca di interrogativi - che si parla su 'Come due pugili', mentre l'ultima traccia, 'Lasciami qui' si adagia su piano e voce una richiesta che potrebbe apparire legata al distacco ma che così non è: ecco che invece all'abbandono si lega un invito a tornare.
È così che questo ultimo brano emoziona, come tutto il disco continua ad emozionare, grazie al talento di un cantautore che sa imprimere nella propria musica una dose di empatia che non lo rende, in questo, per nulla Maldestro.

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