Testa Di Canio

Testa Di Canio

Due settimane di pausa per il pallone tricolore; pausa del calcio giocato, ovviamente, perchè le discussioni sul gioco più bello del mondo non lasciano tregua, sembrano non rispettare nessun calendario. Poi, per i più folli, non manca l'ebrezza del calcio d'Oltremanica dove, ormai è appurato, si giocherà anche il giorno del Giudizio Universale; nel Paese della Regina nessuna novità di rilievo, il Chelsea ormai vince senza soluzione di termine, tanto che fa più notizia l'assenza dal campo, dopo più di 160 partite consecutive, di Lampard causa improvvisa influenza.
Ma torniamo a noi. Le notizie calde nascono nella Capitale, da una sponda e dall'altra del Tevere.
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Vicenda Cassano: ogni giorno parte per una destinazione diversa, e quando ormai sembrava cosa fatta l'approdo ad un Real che crolla a pezzi, nascono problemi invalicabili legati allo sfruttamento dei diritti d'immagine: probabilmente cercano un sostituto di Beckham per la pubblicità delle lamette da barba, cosa che metterebbe molto a disagio il folle di Bari Vecchia a causa della sua ben nota acne. Soluzione probabile: il Milan compra Cassano e lo lascia fino a giugno a Roma.
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Vicenda Di Canio: in settimana il giocatore è stato deferito per il saluto romano al momento della sostituzione nella penultima partita di campionato. Il Paolino si è difeso e, tramite il suo agente, ha fatto notare che tutto ciò è frutto di una macchinazione politica. Ora, mi sembra alquanto stupido ricordare che la politica è ormai parte integrante del calcio: ne sono esempio alcuni presidenti politicamente attivi e intere curve di tifosi inneggianti all'una o all'altra schiera (come l'orrendo striscione “Onore alla Tigre Arkan” nella curva dei laziali, ndr). Ma ritengo altrettanto stupido addossare le proprie responsabilità in capo agli altri. L'ultimo calciatore in ordine di tempo ad esternare la propria certezza di vittimismo politico, Lucarelli, è stato da più parti criticato ed accusato di dar poco ossigeno al proprio cervello. Parole sante. In questo caso l'errore è triplo, poichè non solo le parole non sono state accompagnate da un'accurata ossigenazione cerebrale, ma sono state precedute da ripetuti saluti mussoliniani e dalla fierezza delle proprie azioni sintetizzata nella frase “saluterò sempre così la mia curva” o giù di lì. Cosa c'entra tutto questo col calcio, col tifo, con l'amore per la propria città? Nulla. Niente. Ho provato a sforzarmi ma la risposta è sempre la stessa: niente.
Poi ho pensato ad un'altra cosa: la giustizia non persegue il giusto, ma la legge. E la legge, anche se ingiusta per l'era che viviamo, non saluta con la mano aperta.
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