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venerdì 17 aprile 2020
Avec
@Ohibò - Milano
Un'artista fatta e finita. Almeno per quanto riguarda la sua musica perché, a soli 23 anni, l'austriaca AVEC è ben lontana dall'essere chiamata "adulta".
"Heaven/Hell" è il nuovo album di un'artista la cui crescita ha causato un certo chiacchiericcio negli ultimi anni ed è l'impressionante conferma del fatto che quella timida musicista è pronta finalmente a comunicare grazie alla sua voce riconoscibile, emotiva, dolce e ruvida allo stesso tempo.
Se “What If We Never Forget” raccontava principalmente un giovanile senso di malinconia, l'ultimo lavoro racconta davvero segnali di crescita in diversi ambiti. Le luci dei riflettori (anche quelle di diversi festival internazionali) infatti hanno formato AVEC, ovviamente e soprattutto per quel che concerne la musica.
L'austriaca è sbucata dal nulla nel 2015 con il suo primo disco che ha letteralmente stupito in termini di ascolti sulle piattaforme musicali ("Granny" ha totalizzato quasi 6 milioni di ascolti su Spotify).
Crescere, imparare da tutto, sentirsi matura e vedere le cose sotto una luce nuova: queste le sensazioni che sta vivendo AVEC, sorprendendo grazie all'unione tra la malinconia che ricorda il suo primo disco e brani da pelle d'oca come "Alone" e "Breathe", capaci di dare al racconto un sapore nuovo ed eccitante.
Nuove canzoni che rendono chiaro che AVEC ha intrapreso un intenso processo di sviluppo nella direzione che maggiormente desidera. Nuovi brani che potremmo definire in un certo senso più trasgressivi, con un suono più "sporco" del passato.
Senza la paura di cambiare rotta, con maggior ritmo, uscendo dalla comfort zone con lo stile che le appartiene.
Se il ritmo aumenta ci si ritrova ai confini della dance music ("Love" e "Under Water"); se invece si scava nel profondo dell'emotività di AVEC, ci si ritrova nelle atmosfere di "Close" o nella malinconia di "Yours" e di "Heaven/Hell", brano che dà il titolo all'album.
"Heaven/Hell" è il nuovo album di un'artista la cui crescita ha causato un certo chiacchiericcio negli ultimi anni ed è l'impressionante conferma del fatto che quella timida musicista è pronta finalmente a comunicare grazie alla sua voce riconoscibile, emotiva, dolce e ruvida allo stesso tempo.
Se “What If We Never Forget” raccontava principalmente un giovanile senso di malinconia, l'ultimo lavoro racconta davvero segnali di crescita in diversi ambiti. Le luci dei riflettori (anche quelle di diversi festival internazionali) infatti hanno formato AVEC, ovviamente e soprattutto per quel che concerne la musica.
L'austriaca è sbucata dal nulla nel 2015 con il suo primo disco che ha letteralmente stupito in termini di ascolti sulle piattaforme musicali ("Granny" ha totalizzato quasi 6 milioni di ascolti su Spotify).
Crescere, imparare da tutto, sentirsi matura e vedere le cose sotto una luce nuova: queste le sensazioni che sta vivendo AVEC, sorprendendo grazie all'unione tra la malinconia che ricorda il suo primo disco e brani da pelle d'oca come "Alone" e "Breathe", capaci di dare al racconto un sapore nuovo ed eccitante.
Nuove canzoni che rendono chiaro che AVEC ha intrapreso un intenso processo di sviluppo nella direzione che maggiormente desidera. Nuovi brani che potremmo definire in un certo senso più trasgressivi, con un suono più "sporco" del passato.
Senza la paura di cambiare rotta, con maggior ritmo, uscendo dalla comfort zone con lo stile che le appartiene.
Se il ritmo aumenta ci si ritrova ai confini della dance music ("Love" e "Under Water"); se invece si scava nel profondo dell'emotività di AVEC, ci si ritrova nelle atmosfere di "Close" o nella malinconia di "Yours" e di "Heaven/Hell", brano che dà il titolo all'album.
