
NIGHTGUIDE INTERVISTA LA RAÍZ
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09/05/2017 | luigirizzo
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La Raíz è il gruppo più importante della scena meticcia spagnola. Con il loro ultimo disco "Entre Poetas Y Presos" del 2016, la band di Gandía un comune della comunità autonoma valenciana, è diventata rapidamente il fenomeno musicale dell'anno. Numeri da record: quasi 20 milioni di visualizzazioni sul canale YouTube, 70 concerti nel solo 2016 e più di tre mesi nella TOP 100 dei dischi più venduti della settima in spagna debuttando direttamente alla posizione 21 e un ampio seguito nei social network.
Pablo (voce), Julio Maloa (voce), Sen-K (voce), Josep "Pancho" Panxo (voce), Edu (chitarra), Jim (chitarra), Adri Faus (basso), Carles (tromba), Xavi (trombone), Felipe(batteria) e Jano (DJ) sbarcano per la prima volta in Italia sabato 13 maggio al Villaggio Globale di Roma. Ecco cosa ci hanno detto.
Entre Poetas Y Presos ha registrato un grande successo. Ve lo aspettavate?
È vero che il nostro ultimo disco è arrivato a molta gente e ha fatto si che potessimo suonare in tutta Europa, Nepal e America Latina. È un'esperienza molto forte quando con la tua musica puoi arrivare in posti cosi lontani e fa molto piacere che ci sia anche tanta gente che in posti così lontani ti apprezzi e che non aspetta altro che vederti suonare. Bisogna però dire che il successo è stato progressivo, con il passare degli anni, e a parte il fatto di fare musica, anche i canali internet e l'autogestione crediamo siano stati la chiave per arrivare a dove siamo arrivati: è un patto tra noi e il nostro pubblico.
Durante il tour cosa avete trovato lungo la strada ?
Molta gente, molti amici, molte band con cui abbiamo condiviso bellissimi momenti, molti collettivi che lottano per costruire un altro mondo possibile e controcultura, chilometri, strade, paesaggi e palchi. In definitiva tutto quello che abbiamo sempre sognato.
Che messaggio volete lanciare con le vostre canzoni e la vostra musica ?
Vogliamo parlare della nostra realtà, di ciò che abbiamo intorno, a volte con rabbia, a volte con amore, che realmente separati sembrano incompatibili, vogliamo approfittare dell'opportunità di essere un megafono per molte persone, un'arma potente con la quale possiamo dare voce a chi non ne ha.
Roma sarà l'unica data italiana del nuovo tour "La Hoguera de Los Continentes". Avete mai suonato in Italia e che aspettative avete ?
Come band è la prima volta in Italia, ma, non sarà l'ultima. Sappiamo che abbiamo molte cose da condividere con l'Italia, sia culturalmente sia musicalmente. Siamo davvero curiosi di vedere la reazione del pubblico e sappiamo che il Villaggio Globale il 13 maggio sarà pieno di gente, nessuno di chi verrà al concerto rimarrà indifferente, sarà un concerto mitico.
Conoscete qualche artista italiano che vi piace ?
Siamo cresciuti con il live "Un altro Giorno d'Amore" della Banda Bassotti, quindi per noi già è una gran cosa andare a suonare nello stesso posto dove è stato realizzato quel disco. Certamente conosciamo artisti italiani e molti di loro sono un punto di riferimento per noi. Per esempio Fabrizio de Andrè è uno di questi e sebbene il suo stile era molto differente dal nostro, qualcuno dei suoi testi ci ha ispirato: per esempio "Nella mia ora di liberta" ha un parallelismo con la canzone che da il titolo al nostro ultimo album "Entre poetas y presos", a noi piace molto la capacità che aveva de Andrè nel raccontare e descrivere nei suoi versi le persone più deboli, darle voce e renderli più forti.
Nel futuro?
Suonare, viaggiare, ascoltare, conoscere gente e che la nostra musica arrivi sempre più lontano. Imparare e fare in modo che i versi non siano solo versi, ma, che si trasformino in realtà perché per la strada che sta prendendo la società attuale ne avremo bisogno ancora per molto tempo.
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