
Nightguide intervista Beatrice Antolini
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05/02/2018 | leslie-fadlon
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Nuovo album di inediti per Beatrice Antolini: venerdì 16 febbraio 2018 esce “L'AB”.
Un gradito ritorno sulle scene a tre anni di distanza dall'ultimo lavoro in studio, l'Ep “Beatitude” del 2014. Il disco, pubblicato da La Tempesta Dischi, è stato anticipato dai singoli “Second Life” e “Forget To Be” e testimonia l'eclettismo e la poliedricità dell'artista maceratese che in questo album oltre a scrivere tutti i testi e le musiche, ha suonato tutti gli strumenti presenti (chitarra, basso, batteria, percussioni, synth, piano e programmazioni elettroniche) e arrangiato, prodotto, registrato e mixato tutti i brani.
Esce venerdì 16 febbraio 2018 “L'AB”: come nasce questo album?
Nasce da una selezione di molti brani scritti negli ultimi 2 anni e mezzo, volevo avesse però una sua completezza e un suo messaggio specifico. L'AB è un concept album che parla dell'attuale periodo storico nel quale tutti viviamo. Non è una critica ma, piuttosto, una lucida e spietata analisi delle nuove meccanicità e dinamiche umane, scandagliandone vizi e peccati. Non uno sguardo dall'alto da chi ne è estraneo o non coinvolto ma una visione (più o meno consapevole) dall'interno, da chi ci nuota dentro... a volte standoci male, a volte sguazzandoci. L'AB è un laboratorio chimico di reazioni fisiche a sensazioni che provengono dall'esterno...ma è anche la sua controparte, ovvero una fusione alchemica di miglioramento di sé dall'interno verso l'esterno.
L'AB è Beatrice Antolini.
Cosa è cambiato da “Beatitude” del 2014?
Sono cambiata io! Ho continuato “la ricerca” che spero non finisca mai, la ricerca e l'osservazione di me. Credo che si possa diventare migliori, credo che si possa essere votati al bene, credo nell'impegno totale verso se stessi e verso gli altri.
Spiegaci la scelta dei singoli “Second Life” e “Forget To Be”?
SECOND LIFE
Parla di una seconda vita e ha due livelli di lettura: il primo è molto semplice, ovvero farsi delle domande su come potrebbe essere una propria seconda vita, cosa si cambierebbe rispetto a questa che si ha ora, interrogarsi sulle proprie debolezze e paure e cercare di superarle; il secondo invece è più complesso, Second Life è anche una realtà parallela, quella che viviamo oggi anche con i social, i caratteri ascii o gli emoticon non sono altro che le nostre emozioni surrogate, ormai minimali, senza sfumature, bold come il carattere, solide e geroglifiche. Una specie di marchio. Sono infatti dei tatuaggi che mai potranno cancellarsi. Una sorta di lotta tra questa realtà virtuale e surrogata e la vita reale. La lotta per poter di nuovo provare emozioni spontanee variopinte ed indefinibili e quindi “umane”.
“Nella mia seconda vita
sarò più forte
più adorabile.
Nella mia seconda vita
ogni forza che avrò
la userò per non lasciarti andare....
ne sarò capace, amore...”
FORGET TO BE
Rappresenta una condizione, quella del “dimenticarsi di essere” del non preoccuparsi abbastanza di comprendere chi si è veramente, andando oltre l'apparenza estetica, ma cercando nel cuore, nella propria realizzazione che spesso comporta molta fatica e dolore. L'evitare il dolore significa evitare la propria crescita e la propria realizzazione, perchè tanto nel mondo dei social media possiamo sembrare molto appagati di noi stessi, nascondendo il vuoto profondo dato appunto dal “forget to be” o “forget to being”. Ancorati ad un qualcosa di stanco e banale, il silenzio è insopportabile perchè c'è sempre un suono o un'immagine che ci distrae.
“Aggrappato ad una luna stanca
mi dimentico di essere, mi dimentico di esistere
il silenzio è insopportabile”
Gli artisti con cui hai lavorato meglio finora?
Tutti quelli con i quali ho scelto di lavorare.
Quelli con cui vorresti lavorare?
Ghali
Parlaci dei tuoi prossimi progetti
Vorrei suonare negli stadi.
Un gradito ritorno sulle scene a tre anni di distanza dall'ultimo lavoro in studio, l'Ep “Beatitude” del 2014. Il disco, pubblicato da La Tempesta Dischi, è stato anticipato dai singoli “Second Life” e “Forget To Be” e testimonia l'eclettismo e la poliedricità dell'artista maceratese che in questo album oltre a scrivere tutti i testi e le musiche, ha suonato tutti gli strumenti presenti (chitarra, basso, batteria, percussioni, synth, piano e programmazioni elettroniche) e arrangiato, prodotto, registrato e mixato tutti i brani.
Esce venerdì 16 febbraio 2018 “L'AB”: come nasce questo album?
Nasce da una selezione di molti brani scritti negli ultimi 2 anni e mezzo, volevo avesse però una sua completezza e un suo messaggio specifico. L'AB è un concept album che parla dell'attuale periodo storico nel quale tutti viviamo. Non è una critica ma, piuttosto, una lucida e spietata analisi delle nuove meccanicità e dinamiche umane, scandagliandone vizi e peccati. Non uno sguardo dall'alto da chi ne è estraneo o non coinvolto ma una visione (più o meno consapevole) dall'interno, da chi ci nuota dentro... a volte standoci male, a volte sguazzandoci. L'AB è un laboratorio chimico di reazioni fisiche a sensazioni che provengono dall'esterno...ma è anche la sua controparte, ovvero una fusione alchemica di miglioramento di sé dall'interno verso l'esterno.
L'AB è Beatrice Antolini.
Cosa è cambiato da “Beatitude” del 2014?
Sono cambiata io! Ho continuato “la ricerca” che spero non finisca mai, la ricerca e l'osservazione di me. Credo che si possa diventare migliori, credo che si possa essere votati al bene, credo nell'impegno totale verso se stessi e verso gli altri.
Spiegaci la scelta dei singoli “Second Life” e “Forget To Be”?
SECOND LIFE
Parla di una seconda vita e ha due livelli di lettura: il primo è molto semplice, ovvero farsi delle domande su come potrebbe essere una propria seconda vita, cosa si cambierebbe rispetto a questa che si ha ora, interrogarsi sulle proprie debolezze e paure e cercare di superarle; il secondo invece è più complesso, Second Life è anche una realtà parallela, quella che viviamo oggi anche con i social, i caratteri ascii o gli emoticon non sono altro che le nostre emozioni surrogate, ormai minimali, senza sfumature, bold come il carattere, solide e geroglifiche. Una specie di marchio. Sono infatti dei tatuaggi che mai potranno cancellarsi. Una sorta di lotta tra questa realtà virtuale e surrogata e la vita reale. La lotta per poter di nuovo provare emozioni spontanee variopinte ed indefinibili e quindi “umane”.
“Nella mia seconda vita
sarò più forte
più adorabile.
Nella mia seconda vita
ogni forza che avrò
la userò per non lasciarti andare....
ne sarò capace, amore...”
FORGET TO BE
Rappresenta una condizione, quella del “dimenticarsi di essere” del non preoccuparsi abbastanza di comprendere chi si è veramente, andando oltre l'apparenza estetica, ma cercando nel cuore, nella propria realizzazione che spesso comporta molta fatica e dolore. L'evitare il dolore significa evitare la propria crescita e la propria realizzazione, perchè tanto nel mondo dei social media possiamo sembrare molto appagati di noi stessi, nascondendo il vuoto profondo dato appunto dal “forget to be” o “forget to being”. Ancorati ad un qualcosa di stanco e banale, il silenzio è insopportabile perchè c'è sempre un suono o un'immagine che ci distrae.
“Aggrappato ad una luna stanca
mi dimentico di essere, mi dimentico di esistere
il silenzio è insopportabile”
Gli artisti con cui hai lavorato meglio finora?
Tutti quelli con i quali ho scelto di lavorare.
Quelli con cui vorresti lavorare?
Ghali
Parlaci dei tuoi prossimi progetti
Vorrei suonare negli stadi.
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