In uscita il 23 settembre 2016 per La Tempesta Dischi, "La Terza Guerra Mondiale” è il nuovo, attesissimo disco dei The Zen Circus, la fine di un silenzio durato quasi due anni in seguito al singolo ''Il nulla''. La band ha una storia importante: otto dischi, un ep e diciotto anni di carriera e la costante coerenza nei confronti di un sound ed un atteggiamento a tratti punk, entro i confini di un alternative rock gustoso e sempre di carattere, senza alcun pelo sulla lingua.
Durante la pausa Andrea Appino, Karim Qqru e Ufo Dj non si sono di certo adagiati sugli allori, tra dischi solisti (vedi Grande Raccordo Animale) o progetti paralleli (vedi La notte dei Lunghi Coltelli). Per questo disco però non si sono per nulla risparmiati, dedicandogli moltissimo tempo in studio, in un'analisi minuziosa di ogni singolo dettaglio con il risultato di giungere da 40 provini a 10 brani inediti da inserire nella tracklist opulata de“La Terza Guerra Mondiale”.
E' un album ricco di“power pop” questo, dei The Zen Circus, con l'uso intelligente di arrangiamenti esclusivamente composti di chitarra, basso, batteria e voci, cui per la prima volta non si accompagnano tastiere, synth, archi o fiati, forse per l'intento di portare sul palco il disco nella sua forma originale. Tenendo il disco in mano, quello che colpisce è sicuramente la copertina, firmata da Ilaria Magliocchetti Lombi, crudele, provocatoria, grottesca: i protagonisti sono i componenti degli Zen, intenti a farsi un aperitivo ed un selfie, mentre tutto intorno a loro sta andando distrutto. E' la pervasività del social network nelle nostre vite. che riesce ad alienarci dalla stessa.
Cominciando dall'ascolto, si comprende subito come il fil rouge che si muove lungo tutto il disco sia l'ipotesi di una catastrofe, appunto la Terza Guerra Mondiale, che da nome anche alla prima traccia.
'La terza guerra mondiale' parte da un risveglio un po' strano, quella di una nuova era in cui il protagonista è come un gatto, ''e un gatto padroni non ne ha''. Poi c'è 'Ilenia', una ragazza determinata e selvaggia, che avevamo conosciuto grazie al fatto che questo è stato il primo singolo pubblicato del disco, la cui adolescenza ''è stata la prima a fuggire''. Anche in questo pezzo i contorni sono quelli di un panoramico sfacelo, sia dell'esistenza che del mondo in generale che si esprime con le piazze vuote e la voglia di poter vivere invece meglio, ''in attesa di un qualcosa, di un qualcuno, di un errore''.
Traccia tre: 'Non voglio ballare' è un brano addirittura romantico, nel quale un Io ed un Tu, tra immagini sbiadite di vita quotidiana che nel tempo si rimodula e si trasforma, sempre perç entro le pareti di una prigione che le persone sembrano costruirsi da soli. 'Pisa merda' è una sorta di anti -dedica alla città di provenienza della band, Pisa, ove gli studenti vengono a vivere per l'Università, dove i quartieri non cambiano ed i turisti vengono a vedere ''un cazzo di marmo storto da salvare'', dove puoi fuggire ma non perderne l'odore. La quinta traccia corrisponde al secondo singolo di anticipo della Terza Guerra Mondiale, 'L'anima non conta', lacerante, disastrata, bellissima.
I temi sociali non mancano: 'Zingara (il cattivista)', introdotta da un eco della famosa canzone con lo stesso nome, è un brano ruvido e potente, in cui si affronta il razzismo che ogni giorno caratterizza l'atteggiamento dell'italiano medio verso il diverso.
Il ritmo è ancora sostenuto e accattivante in 'Niente di spirituale', brano intenso che paragona la vita ad un viaggio in mare, tra barche, onde e stelle ed una voglia di vivere che si portano dietro alcuni ''figli un po' sballati ed arroganti'', che desiderano conquistare l'Universo; 'San Salvario' è una piccola cittadina in cui il protagonista rivede un'Africa malinconica e strappata.
Non tutti i bambini hanno dei sogni banali, quello della nona traccia da grande vuole fare il 'Terrorista', ma non il solito martire con l'obiettivo di far vittime umane, ma un terrorista dei sentimenti e delle sensazioni, che si propone di vivere nel modo più intenso possibile.
Chiude il disco 'Andrà tutto bene', dieci minuti e ventisette di iperrealismo, una camminata ipnotica entro elementi di disagio e di tormento che caratterizzano tante vite. Il sound prevede alcune parti strumentali ed altre contornate da sussurri e parole dette a bassa voce ma dall'impatto fortissimo (''fate silenzio tutti'').
I The Zen Circus dimostrano ancora una volta, e questa volta con ''La Terza Guerra Mondiale'', di essere un trio unico ed insostituibile, in grado di raccontare storie di personaggi volgari e cattivi a volte, commoventi e (in fondo) umani altre. Come siamo noi, come siamo tutti.”

The Zen Circus - La Terza Guerra Mondiale
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23/09/2016 | leslie-fadlon
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