
NIGHTGUIDE INTERVISTA EKAT BORK
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08/11/2018 | leslie-fadlon
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Dopo il successo di pubblico e critica con "YASДYES" e la recente striscia di date in Europa e India, l'artista siberiana presenta il nuovo lavoro KONTROL: quattro brani dalle vaste atmosfere elettroniche animate da ritmi stimolanti che l'hanno portata live in U.S.A e UK nei mesi precedenti.
Il nuovo lavoro firmato Ekat Bork è un EP di quattro canzoni di vaste atmosfere elettroniche animate da ritmi stimolanti. È bello, intenso e desolato.
Abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistarla.
Come nasce Kontrol? Quante cose sono cambiate rispetto a Veramellious e YASDYES?
Kontrol nasce stavolta come EP per arrivare prima e dalla collaborazione con il mio co-produttore Francesco Fabris in studio a Reijkiavik dove lui lavora. Quattro brani prettamente elettronici, arrangiati con l'uso di synths e sistemi modulari.
Kontrol è completamente diverso dal primo album Veramellious arrangiato con chitarra, batteria e orchestrazione e senza la chitarra elettrica che si trovava ancora nell'album YASDYES.
Con Kontrol ho deciso di rivoluzionare il mio live e di suonare da sola. Ho fatto un tour europeo e ho avuto la fortuna di suonare anche in India. Canto e suono sinths e pads elettronici e mi diverto un mondo.
A chi ti ispiri nelle tue sonorità così ricche di mistero e di profondità?
Non m'ispiro a nessuno in particolare, cerco di liberare la mente e per questo mi isolo volentieri in montagna da sola con il mio cane dando libero sfogo alle idee che nascono spontaneamente. In questo stato mi piace ascoltare solo rumori naturali o urbani e non ho quasi mai un tema prestabilito; i testi nascono concettualmente con le prime note e prendono forma con l'avanzare della produzione.
Che idee avete avuto per i singoli scelti? E per i connessi videoclip?
Il primo single Kontrol, che porta il nome dell'ep, è una bella botta! Un brano electronic industrial potente che non può passare inosservato con un video così.
Si voleva rompere il ghiaccio per annunciare l'arrivo di qualcosa di nuovo. Devo dire che sono felice della collaborazione che ho avuto con Marco Cordaro. Un video che spacca e che ti fa pensare. Abbiamo fatto centro.
Il secondo single Zhivago è più melodico e melanconico ma sostenuto da una ritmica eccitante ed è pensato per andare più lontano. Così è stato. Con il video inizialmente si voleva descrivere il testo che parla del grande fiume Amur e la tigre dell'Amur, la tigre siberiana, ma poi, ogni tanto mi capita, durante l'editing mi sono lasciata prendere la mano dalla fantasia ed è nato un video di un videogioco, che potrebbe essere la continuazione di Kontrol, inaspettato ma con la musica si sposa molto bene. Che ne dite?
Com'è essere un'artista in Siberia? E che scena musicale segui?
Della Siberia ho vaghi ricordi, da piccola ci siamo trasferiti più a sud a Ussurysk con mamma e nonna e non ho mai seguito una scena musicale in particolare. Quando sono finita a St. Petersburg suonavo qualcosa che assomiglia al punk psychedelic rock. Ad ogni modo devo dire che ascolto poco e che preferisco creare piuttosto che ascoltare, meno ascolti più sarai originale in quello che fai.
I tuoi sogni nel cassetto?
È gia un sogno. Grazie!
Il nuovo lavoro firmato Ekat Bork è un EP di quattro canzoni di vaste atmosfere elettroniche animate da ritmi stimolanti. È bello, intenso e desolato.
Abbiamo avuto il piacere e l'onore di intervistarla.
Come nasce Kontrol? Quante cose sono cambiate rispetto a Veramellious e YASDYES?
Kontrol nasce stavolta come EP per arrivare prima e dalla collaborazione con il mio co-produttore Francesco Fabris in studio a Reijkiavik dove lui lavora. Quattro brani prettamente elettronici, arrangiati con l'uso di synths e sistemi modulari.
Kontrol è completamente diverso dal primo album Veramellious arrangiato con chitarra, batteria e orchestrazione e senza la chitarra elettrica che si trovava ancora nell'album YASDYES.
Con Kontrol ho deciso di rivoluzionare il mio live e di suonare da sola. Ho fatto un tour europeo e ho avuto la fortuna di suonare anche in India. Canto e suono sinths e pads elettronici e mi diverto un mondo.
A chi ti ispiri nelle tue sonorità così ricche di mistero e di profondità?
Non m'ispiro a nessuno in particolare, cerco di liberare la mente e per questo mi isolo volentieri in montagna da sola con il mio cane dando libero sfogo alle idee che nascono spontaneamente. In questo stato mi piace ascoltare solo rumori naturali o urbani e non ho quasi mai un tema prestabilito; i testi nascono concettualmente con le prime note e prendono forma con l'avanzare della produzione.
Che idee avete avuto per i singoli scelti? E per i connessi videoclip?
Il primo single Kontrol, che porta il nome dell'ep, è una bella botta! Un brano electronic industrial potente che non può passare inosservato con un video così.
Si voleva rompere il ghiaccio per annunciare l'arrivo di qualcosa di nuovo. Devo dire che sono felice della collaborazione che ho avuto con Marco Cordaro. Un video che spacca e che ti fa pensare. Abbiamo fatto centro.
Il secondo single Zhivago è più melodico e melanconico ma sostenuto da una ritmica eccitante ed è pensato per andare più lontano. Così è stato. Con il video inizialmente si voleva descrivere il testo che parla del grande fiume Amur e la tigre dell'Amur, la tigre siberiana, ma poi, ogni tanto mi capita, durante l'editing mi sono lasciata prendere la mano dalla fantasia ed è nato un video di un videogioco, che potrebbe essere la continuazione di Kontrol, inaspettato ma con la musica si sposa molto bene. Che ne dite?
Com'è essere un'artista in Siberia? E che scena musicale segui?
Della Siberia ho vaghi ricordi, da piccola ci siamo trasferiti più a sud a Ussurysk con mamma e nonna e non ho mai seguito una scena musicale in particolare. Quando sono finita a St. Petersburg suonavo qualcosa che assomiglia al punk psychedelic rock. Ad ogni modo devo dire che ascolto poco e che preferisco creare piuttosto che ascoltare, meno ascolti più sarai originale in quello che fai.
I tuoi sogni nel cassetto?
È gia un sogno. Grazie!
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