Incontro con la scrittrice Carlotta Amerio

Incontro con la scrittrice Carlotta Amerio

Carlotta Amerio è una scrittrice e travel planner. Ha inoltre lavorato come traduttrice, insegnante di lingue e consulente marketing. Per il suo primo romanzo, “Al limite del sogno” (96 rue de-La-Fontaine Edizioni, 2019), ha svolto dettagliate ricerche sui mondi sommersi, quelli che nessuno vuole vedere e di cui molti negano persino l'esistenza, rivolgendo lo sguardo semplicemente altrove.
 
 
«Ci presenti il tuo romanzo d'esordio Al limite del sogno?».
Al limite del sogno è un romanzo non di genere che si rivolge a un pubblico di giovani adulti e adulti e tocca temi forti come la tossicodipendenza e l'oggettificazione del corpo femminile. In maniera semplice, vivida e immediata inserisce temi scottanti in una realtà quotidiana giovanile che potrebbe svolgersi in una qualsiasi delle nostre città. La città sullo sfondo delle vicende, infatti, non ha un nome. E anche la protagonista, Giulia, potrebbe essere una persona qualunque tra di noi: un'amica, una compagna di università cugina, la vicina di casa, la coinquilina.
 
«Dal tuo romanzo: “ogni volta che ritornavo alla realtà, ero più debole e dolorante. Mi stavo annullando nell'inseguimento di un qualcosa che non riuscivo nemmeno a identificare chiaramente”. Sono le parole di Giulia, la protagonista di Al limite del sogno. Vuoi descrivercela?».
Giulia è una ragazza di 24 anni, studentessa di storia dell'arte, figlia dei nostri tempi, senza un obiettivo chiaro e dal futuro ancora incerto, forse un po' viziata o ingenua, ma con un mondo interiore intenso. La sua forte capacità di introspezione, tuttavia, non le impedisce di scivolare progressivamente in una spirale autodistruttiva, spinta da alcuni eventi della sua vita personale e, principalmente, da quei sogni che iniziano a tormentare le sue notti e dei quali lei cerca disperatamente la chiave di lettura. Si tratta, infatti, di scene di delitti appena accaduti. L'assassino pare essere sempre fuggito un attimo prima e Giulia si chiede se abbia una missione da compiere o un mistero da svelare all'interno di queste rappresentazioni oniriche.
 
«So che hai svolto diverse ricerche per prepararti alla stesura della tua opera. Vuoi raccontarci quali sono state le tue esperienze in merito?».
Per descrivere argomenti di cui non si ha piena conoscenza è necessario informarsi. Per fare ciò mi sono avvalsa principalmente della rete, oltre che di ciò che, nel corso della mia vita, avevo visto e sentito personalmente o tramite racconti altrui. Ho guardato ore di documentari e video sulla droga e mi sono addentrata nei forum tematici, sia sulle droghe che, per esempio, sui locali notturni e sul lavoro al loro interno, le mansioni, i pagamenti. Ho anche parlato con persone che hanno sperimentato direttamente queste realtà per conoscere il loro punto di vista e avere un'immagine non filtrata di ciò che si svolge "dietro le quinte".
 
«Il vortice distruttivo della droga, i traumi infantili e l'oggettificazione del corpo femminile sono alcuni dei temi trattati nel tuo romanzo. Quale messaggio hai voluto trasmettere attraverso la tua opera?».
 
Ho voluto scrivere di temi forti perché non trovo giusto che si chiudano gli occhi di fronte a realtà che esistono e scorrono accanto a noi e che potrebbero toccare ognuno di noi più o meno direttamente. Perché anche le persone che si aggirano nei mondi sommersi sono esseri umani dotati di un mondo interiore, di un'intelligenza, con affetti e legami familiari più o meno intatti ed una storia di vita più o meno complessa. Anche bellissimi fiori, come il loto, sbocciano dal fango. Io volevo, semplicemente, mettere sotto i riflettori ciò che generalmente viene taciuto e farlo in maniera diretta ma delicata.
 
«Gli incubi che tormentano Giulia sono descritti da te con particolari molti vividi, complice una scrittura che si può definire “cinematografica”. Come sei arrivata alla pubblicazione del tuo primo libro? Quale strada e quali studi hai seguito per diventare una scrittrice?».
La scrittura vivida e cinematografica è conseguenza del fatto che io immagini ciò che scrivo e lasci scorrere le immagini nella mia mente, trasponendole semplicemente su carta. In altre parole, il mio romanzo altro non è che la trascrizione del film, così come scorreva tra i miei pensieri. E sì, lo ammetto, mi piacerebbe vedere le mie parole su pellicola, così come le ho inizialmente immaginate. Per quando riguarda il mio percorso per diventare scrittrice, devo ammettere di non aver seguito una strada precisa. Ho sempre amato la parola scritta, fin da quando, da ragazzina, riempivo decine di quaderni di pensieri, racconti, poesie e disegni, a quando ho lavorato da traduttrice e dovevo tradurre, oltre alle parole, anche "l'anima" del testo. Un giorno come tanti altri, ho iniziato a scrivere e il racconto proseguiva, le immagini nella mia mente continuavano a scorrere, fino a che mi sono trovata in mano la mia opera prima, ben più lunga di qualunque mio componimento precedente.
Ho studiato traduzione e interpretariato, ho un master in comunicazione interculturale e un diploma post laurea in scienze della formazione. Fondamentalmente, sono una persona curiosa e creativa, mi piace imparare nuove cose e approfondire i motivi dei comportamenti umani, specialmente quelli considerati "sbagliati" o che escono dallo schema della persona media. Sono quella che si può definire una "life long learner": imparo dai libri, dalle esperienze e anche, semplicemente, guardando e ascoltando quello che accade intorno a me e nel mondo e trasponendolo nei personaggi dei miei libri.
 
 
«Quali sono le opere e gli autori che ti hanno influenzata maggiormente?».
Sono una lettrice trasversale che, in genere, va alla ricerca di letture particolari (per intenderci, non la top ten dei libri consigliati). Spesso cerco i libri per argomento - possibilmente temi forti - oppure, semplicemente, mi faccio ispirare dall'immagine di una copertina o di un titolo che mi ispirano. La mia ultima lettura è stata "Il tatuatore di Auschwitz", che tratta la storia vera di un prigioniero del campo di prigionia. I libri che hanno lasciato il segno più profondo nella mia carriera di lettrice sono sicuramente "Shangai Baby" di Zhou Weihui, ", "Mondo Nuovo" di Aldous Huxley. "Platonic Sex" di Iijima Ai e "Gli uomini talpa" di Jennifer Toth. Si tratta di libri che molti magari non conoscono ma che mi hanno colpita perché descrivono apertamente temi non semplici come depressione, droga, prostituzione, omologazione e autodeterminazione.
 
«Come è stato accolto il tuo romanzo dai lettori? Se tornassi indietro cambieresti qualcosa, o approfondiresti un personaggio o un aspetto rimasto più in ombra?».
Il mio romanzo è stato accolto positivamente dai miei lettori e quello che mi rende più felice è che sia stato apprezzato da persone che, per età o mentalità, mai avrei immaginato potessero apprezzare le mie parole. Se tornassi indietro, magari, lascerei scorrere le immagini un po' più a lungo e renderei ancora più intricata la trama (che, peraltro, lo è già abbastanza), questo sia per i miei lettori che per me. La scrittura di un libro è un momento magico e intimo che si svolge tra l'autore e i suoi personaggi. Semplicemente, sarei stata volentieri ancora un po' in loro compagnia.
 
 
Titolo: Al limite del sogno
Autore: Carlotta Amerio
Genere: Narrativa contemporanea
Casa Editrice: 96 rue de-La-Fontaine Edizioni
Collana: Il lato inesplorato
Pagine: 192
Prezzo: 14,00 €
Codice ISBN: 978-88-9399-003-5
 
 
Contatti
https://www.facebook.com/pages/category/Author/Al-limite-del-sogno-Carlotta-Amerio-223884811827292/
http://www.ruedelafontaineedizioni.com/
http://www.ruedelafontaineedizioni.com/negozio/carlotta-amerio-al-limite-del-sogno/
https://www.amazon.it/limite-del-sogno-Carlotta-Amerio/dp/8893990032

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