BARI-AVELLINO: 2-1

BARI-AVELLINO: 2-1

L'AVELLINO DOMINA, IL BARI PASSA
Il Bari vince per 2-1, ma guai a farsi ingannare da una prestazione tipica del Bari degli ultimi anni. Conquistati tre punti fondamentali, agganciato il Verona a quota 40, ma da qualche tempo l'impressione è che la squadra di Pillon stia facendo l'elastico tra il purgatorio e l'inferno. Risale al 1974 l'ultima vittoria barese contro l'Avellino, 1-0 con rete di Generoso. Con quello di sabato si tratta della quarta vittoria biancorossa contro le due irpine e due pareggi. L'ultima vittoria dei “lupi” verdi risale alla stagione '85-'86, 0-1 con rete del mitico Diaz. L'ultimo pari, invece, risale alla stagione '88-'89, in serie B, 4-4-2 atipico per un Bari privo del perno d'attacco, Bruno, e senza Cordova che sconta la squalifica. Spazio, quindi, a Motta al centro dell'attacco, con Valdes libero sulla sinistra. Ma dall'altra parte c'è una squadra prettamente zemaniana, con tre difensori e centrocampo e attacco che fanno un tutt'uno. Contro l'ultima della classe tutti si aspettano il partitone biancorosso, ed invece sembra di stare al Partenio. Gioco sempre in mano irpina, con un fraseggio che stordisce chi cerca di capire la trama degli attacchi verdi. La difesa altissima, e Kutuzov, Manca e Tapparella in continuo movimento, anche senza palla, sono fattori che fanno pensare che, in fin dei conti, mister Zeman resta un grande innovatore del calcio, non supportato da una società che probabilmente non ha mai creduto fino in fondo nel boemo, non realizzando le sue richieste di mercato. L'Avellino, infatti, domina la gara, e di sicuro lo ha fatto in tutto il torneo. Ma resta ultima perché a far girare la palla non ci sono persone di esperienza. Mister Pillon, allora, capisce che l'unico paradossale modo per superare gli irpini è quello di verticalizzare quanto più rapidamente possibile. Per far ciò, però, non sono d'aiuto i limiti caratteriali, la “cattiveria agonistica” tanto ricercata dal mister di Preganziol, l'Avellino domina, a tratti in modo alquanto imbarazzante, e il Bari confeziona la sua vittoria su calci da fermo. Motta fallisce una chiara occasione da rete difficilmente raccontabile a chi non era presente. Per Pillon, sono situazioni dove il gruppo deve aiutare il singolo, non parlandone, analizzando la gara nel suo complesso, sperando nella corta memoria di Simone da Teramo. Ma ormai non si può più chiacchierare, bisogna solo vincere, visto che, con la vittoria di ieri, ci troviamo a cinque lunghezze dalla salvezza. Non va infatti dimenticato che, su sette gare rimanenti, il Bari deve fare più punti di Venezia, Pescara e Verona, squadre contro le quali, negli scontri diretti, avremmo la peggio in caso di pari punti al termine del torneo. L'errore di Motta è l'emblema della stagione del Bari 2003-2004. Sabato si va a Cagliari, una trasferta impegnativa per gli ultras, che porteranno anche in terra sarda la fierezza di essere baresi, impossibile per un Bari che regala il suo campo ad una squadra ormai retrocessa, figuriamoci contro un Cagliari in grado di espugnare Piacenza e in piena lotta promozione. Non era contro queste squadre che bisognava sperare di far punti, ma con le dirette concorrenti. Per tal motivo il Bari vede la sua salvezza terribilmente lontana, e la città vede sparire lentamente lo sport...
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