
UMBRIA JAZZ 2006
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07/05/2006 | alceste
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L' Associazione Umbria Jazz in collaborazione con Birra Peroni
presenta
Umbria Jazz 06 - Dal 7 al 17 Luglio Musica e Cultura dal cuore dell'Italia
Oltre Trecento artisti in scena e gli splendidi scenari storico e ambientali di Perugia
Probabilmente mai in passato - 33 anni di festival - Umbria Jazz ha allestito un cartellone così colossale come quello dell' edizione 2006. È vero, è un' affermazione ricorrente nella comunicazione ufficiale della manifestazione, ma il fatto è che ogni volta Umbria Jazz si ritrova nella condizione, voluta o casuale, di superare gli standards delle edizioni precedenti. Per quest'anno parla il programma. Dal 7 al 16 luglio (con una "coda", il 17, aggiunta all' ultimo momento: Carlos Santana!) Perugia ospiterà centinaia di artisti che riempiranno di suoni il suo centro storico, secondo la formula consolidata nel tempo di una città totalmente immersa nella musica. Il programma prevede, nelle intenzioni dell' Associazione Umbria Jazz e del direttore artistico, Carlo Pagnotta, un mix di jazz, rock, pop e soul: un occhio all' ortodossia del jazz, che il festival non intende, nel presente e nel futuro, sottodimensionare, ed un altro ai grandi nomi dello show business, secondo una formula battezzata nel 2003 (l' anno del trentennale) e poi confermata.
La formula è quella di incrociare, e magari sovrapporre, tre dimensioni musicali e ambientali diverse.
Le serate all' Arena Santa Giuliana: qui sono di scena gli artisti più famosi, per i quali è necessario un grande e confortevole spazio.
I pomeriggi e le notti nei due teatri storici cittadini: sono gli spazi dedicati al jazz più autentico (quest' anno, anche alla danza) nelle sue diverse espressioni, tradizionali o moderne.
Gli spettacoli gratuiti all'aperto: è il festival dei giovani e delle famiglie, con i generi musicali più popolari e di più immediato appeal.
Si conferma, né potrebbe essere altrimenti, la consueta immagine di Umbria Jazz, affinata in più di trent' anni di vita: per dieci giorni, dalla mattina fino a tarda notte, tanta musica no-stop negli scenari più suggestivi del centro storico di Perugia. Un festival per ascoltatori attenti e motivati, ma che non respinge nessuno, nemmeno chi vuole trascorrere una serena vacanza in Umbria con la colonna sonora di jazz, soul, rhythm & blues, blues, gospel, pop song, salsa.
La città unifica le diverse anime del festival con la sua dimensione a misura d'uomo. Gli ambienti dell'acropoli contribuiscono, con il valore aggiunto di arte e storia, a rendere unico il "jazz Italian style", per citare un omaggio della stampa americana. Piazze, giardini, teatri, la spettacolare Rocca Paolina (città sotterranea che è uno dei monumenti simbolo di Perugia) ma anche ristoranti e club fanno da cornice antica alla contemporaneità del jazz e delle musiche che dal jazz, in qualche modo, provengono.
Tra le location di Umbria Jazz 06, si registra un gradito ritorno, quello dei Giardini Carducci, che l'anno scorso furono indisponibili a causa di un intervento di restauro complessivo ad opera del Comune. I Giardini, rinnovati, confortevoli e più belli di prima, tornano ad essere la sede di uno dei due palchi sui quali si fa musica gratuita (l' altro, come al solito, è in Piazza IV Novembre). Non solo un palco ed una platea, i Giardini, ma anche un luogo di ritrovo e di sosta, in cui fare uno spuntino e bere (naturalmente) una buona birra.
Umbria Jazz tra New York e Melbourne
L' agenda internazionale di Umbria Jazz è sempre più fitta. Qualche mese fa, a cavallo tra marzo e aprile, il festival è volato in America per promuovere se stesso, la sua regione di origine ed il jazz italiano: molta musica nel cuore di Manhattan, ma anche prodotti tipici agroalimentari, tessuti e ceramica ed una laurea ad honorem a Renzo Arbore. In sintesi queste le motivazioni della trasferta newyorkese, con una rappresentanza di alto livello del jazz tricolore ed una nutrita pattuglia di aziende artigianali di prodotti di qualità che hanno lavorato per esportare in America il made in Umbria. Il tutto con il marchio UJ come testimonial.
Al centro del progetto di promozione integrata c' è stata una settimana (27 marzo - 2 aprile) di concerti serali al Birdland, uno dei più storici e prestigiosi jazz club di Manhattan. Hanno suonato i trii pianistici di Dado Moroni, Enrico Pieranunzi e Stefano Bollani, il quartetto di Giovanni Tommaso con Paolo Fresu "special guest", il quintetto di Enrico Rava ed il giovane prodigio siciliano Francesco Cafiso, mentre per il concerto di solo piano di Danilo Rea si è aperto il suggestivo scenario del Guggenheim Museum. Tra le altre iniziative anche una mostra per gli 80 anni dell' Università per Stranieri di Perugia.
Il prossimo anno Umbria Jazz torna in Australia per dare vita alla seconda edizione del festival internazionale di Melbourne, che si svolgerà dal 3 al 13 maggio. La prima edizione era stata nel maggio 2005, con una pausa decisa dagli organizzatori per il 2006 a causa dello svolgimento concomitante dei Giochi del Commonwealth. Il cartellone presenterà, come del resto nella prima edizione, artisti locali, americani e italiani, e la formula in qualche modo riprende quello della manifestazione madre, con l' uso dei magnifici spazi, all' aperto e al chiuso, di cui la bella città australiana dispone.
Continua il Progetto di Solidarieta' per New Orleans e le Vittime di Katrina
UMBRIA JAZZ LOVES NEW ORLEANS è la scritta sulle esclusive felpe messe in vendita a Orvieto durante la scorsa edizione di Umbria Jazz Winter, finanziate dal Comune. Le felpe, anche dopo il festival invernale, sono state commercializzate via internet attraverso il sito di Umbria Jazz. Il ricavato della vendita, tramite il Lincoln Center di New York, viene destinato alla ricostruzione o al sostegno di persone particolarmente in difficoltà dopo il passaggio dell' uragano Katrina. UMBRIA JAZZ LOVES NEW ORLEANS esprime il legame fra il nostro festival e la città dove è nato il jazz, che è fortissimo. Sui palcoscenici umbri gli artisti di quella che è stata - e deve tornare ad essere, la più suggestiva, affascinante e misteriosa delle città americane - sono stati di casa. Dalla famiglia Marsalis a Fats Domino (che per qualche giorno fu dato addirittura per disperso, dopo il passaggio dell' uragano), da Doctor John ai Neville Brothers, da Terence Blanchard alla Olympia Brass Band. Per non parlare dei cori di musica gospel, a partire dagli Zion Harmonizers di Sherman Washington che aprirono UJ 88 cantando nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi.
Umbria Jazz 06 propone un concerto all' Arena Santa Giuliana dedicato proprio alla musica della Città del Delta, con la partecipazione di Irma Thomas, Davell Crawford ed il ritorno dei Nevilles. È un modo per tenere accesi i riflettori sulla tradizione culturale di questo lembo d' America nei confronti del quale tutti coloro che amano la musica sono debitori, e per dare un piccolo aiuto a coloro che con Katrina hanno perso tutto: tra loro, anche molti musicisti.
Anteprima di Umbria Jazz: Perugia, 6 Luglio, Piazza Iv Novembre
CONCERTO PER L' AFRICA IN COLLABORAZIONE CON L' UNIVERSITA' PER STRANIERI: MORY KANTE' E DR. JONES & THE NASHVILLE SUPERCHOIR
Umbria Jazz 06 ha un prologo importante: un concerto in piazza, nel cuore di Perugia, dedicato all' Africa e alla cooperazione con il grande continente da cui - tesi molto condivisa negli ambienti scientifici - ha avuto origine l' umanità.
L' Africa. Un patrimonio inestimabile di culture e civiltà, etnie e lingue, tradizioni e arte (la musica, prima di tutto!). Un continente antico che cresce e si sviluppa tra mille difficoltà ma anche con orgoglio e giovanile entusiasmo. Un mondo su cui scommettere e investire, per un futuro migliore per tutti. Al quale guardare con spirito di responsabilità e senso di solidarietà.
Perugia, città ospitale e da sempre aperta al mondo, da 80 anni vede, nelle aule dell' Università per Stranieri, alternarsi giovani di tutto il pianeta che studiano la lingua e la civiltà italiana. La maggior parte di loro conserva del soggiorno perugino un ricordo forte e importante. Molti, tra questi studenti, gli africani che poi tornano nei loro Paesi per entrare a far parte della classe dirigente e guidare lo sviluppo.
Umbria Jazz e l' Università per stranieri consolidano con questa iniziativa una recente alleanza, inaugurata pochi mesi fa con la partecipazione dell' Università alla missione umbra a New York. In quella circostanza la Stranieri allestì una mostra per testimoniare il suo lavoro e l' alto livello scientifico e didattico. La seconda iniziativa comune è questo concerto per l' Africa, che anticipa l'apertura del festival presentando sul palco di Piazza IV Novembre uno degli artisti africani più famosi e significativi, non soltanto per meriti musicali.
Mory Kante' é il più acclamato virtuoso di kora, curioso strumento a corda che e' una sorta di liuto africano dalle mille sfumature, anche per via delle 25 corde. Cantante, compositore, suonatore pure di balafon ed eccellente chitarrista, Mory Kante' viene da una famiglia di griot della Guinea, dunque figlio d'arte e continuatore della tradizione musicale dell' Africa Occidentale. Una carriera straordinaria, la sua, che lo ha visto passare per la più bella formazione della leggendaria Rail Band di Bamako, nello stesso periodo in cui la voce solista era quella di Salif Keita. Capace di fondere le tradizioni musicali africane più pure con le sonorità del rock e del pop del Nord del mondo, Mory Kante' ha conosciuto un successo crescente, prima in Francia poi in tutto il mondo. Da qualche anno è ambasciatore della FAO, e non ha mai smesso di lavorare con impegno alla causa del suo continente, e più in generale all'affermazione di una politica di solidarietà: "Lavorerò con persone di differenti culture e viaggerò in tutti i paesi per dare alla gente la possibilità di aiutarsi reciprocamente. Tutto il mondo si deve mobilitare contro la fame e la povertà".
Il concerto prevede anche uno degli artisti più familiari al pubblico di Perugia, che lo ha visto e sentito numerose volte. É Dr. Bobby Jones, guida e ispiratore del Nashville Superchoir, personaggio di culto del movimento del gospel e in generale della musica religiosa delle comunità Nere. Un genere che deve molto alla musica africana.
Pop Rock & Soul - Musica di Qualita' per Tutti I Gusti in Un Cartellone di Stelle
La lista delle superstars di Umbria Jazz 06 comincia con Diana Krall, che proprio UJ tenne a battesimo agli inizi della carriera, quando la bionda canadese era ancora una promettente pianista-jazz singer devota alla tradizione crooner di Nat King Cole. Torna adesso con una nuova immagine di artista in equilibrio tra il primo amore per il jazz e l' acquisita vocazione di popstar.
Si continua con Eric Clapton, uno dei due poli (l' altro naturalmente è Jimi Hendrix) cui hanno fatto riferimento i chitarristi del rock negli ultimi 40 anni, in pratica da quando dopo aver lasciato i Bluesbreakers di John Mayall, Clapton fondò il trio dei Cream. Seguirono i Blind Faith ed una lunga carriera di solista: rock, pop, ed il blues (Robert Johnson, sopra tutti) hanno ispirato le sue sei corde.
Si chiude con Carlos Santana, altra icona della chitarra, inventore di una via latina al rock che risale a Woodstock. Per avere Santana il festival ha spostato di un giorno la chiusura, in un primo tempo prevista per domenica 16 luglio. Santana suonerà con la sua band all' Arena Santa Giuliana di Perugia lunedì 17. Non è la prima volta che la rockstar si esibisce al festival umbro, avendo già partecipato all' edizione 1988. In quell' occasione Santana dirigeva un gruppo di fusion assieme a Wayne Shorter. Anche per Clapton è un ritorno, perché "Slowhand" suonò a Villa Fidelia nel 1997 con una superband intitolata Legends di cui facevano parte anche Dave Sanborn, Marcus Miller, Joe Sample e Steve Gadd. Nella stessa serata di Clapton, uno dei migliori bluesmen emersi di recente, Robert Cray.
Omaggio al Brasile con due personaggi eccellenti come Caetano Veloso, uno dei beniamini del pubblico di Umbria Jazz (la prima partecipazione di Veloso risale al 1993) e, per la prima volta a Perugia, Sergio Mendes, tornato prepotentemente alla ribalta, ultimo tassello di una carriera lunga quasi mezzo secolo, con un sorprendente progetto in cui mescola ritmi brasiliani e tendenze hip hop.
Serata soul con due autentici monumenti della Black Music: James Brown (per lui, è la terza volta al festival in quattro anni), e l' esordio di Solomon Burke, autore negli ultimi anni di due grandi cd che ne hanno rinverdito i fasti dell' epoca d' oro, i Sessanta.
Non poteva mancare una serata italiana, all'Arena Santa Giuliana, dove sarà di scena Il pop mediterraneo, con le sue forti tinte blues e soul, di Pino Daniele. Anche l' artista napoletano non è nuovo ai palcoscenici di Umbria Jazz. Lo ricordiamo nella splendida cornice del teatro romano di Gubbio, allo stadio Curi in un gruppo con Steve Gadd, ed in una solo performance in piazza IV Novembre, dove, seduto sul palco, c' era anche Massimo Troisi ad ascoltarlo.
Umbria Jazz 06 dedica una serata all' Arena Santa Giuliana alla musica di New Orleans per non dimenticare la sfortunata sorte della città alle prese con un difficile dopo-Katrina. Con lo slogan We love New Orleans vengono presentati tre artisti rappresentativi della Città del Delta: il pianista-cantante Davell Crawford (negli ambienti musicali lo chiamano ''il principe di N.O. per sottolinearne l'eleganza di performer, non disgiunta da una forte radice popolare), la splendida voce soul di Irma Thomas e i leggendari Neville Brothers, icone del rock sudista
Infine, uno dei personaggi più in ascesa dello show business degli ultimi anni, Jamie Cullum, cantante, pianista, songwriter ma soprattutto esplosivo live performer in grado di dare spettacolo con la sua sapiente miscela di jazz, pop, soul. Il giovane artista dell' Essex è al suo esordio a Umbria Jazz
Il Jazz Resta il Cuore del Programma: a Perugia il Meglio della Musica Afro-americana tra Ortodossia e Contemporaneita'
Non meno stellare il cartellone del jazz. Si comincia, per indiscutibile gerarchia storico-artistica, da Wayne Shorter e Herbie Hancock, alla testa dei rispettivi gruppi. Il primo con l' ormai fisso quartetto, il secondo con una recente formazione dall' organico non del tutto consueto. Entrambi sono praticamente di casa a UJ avendo partecipato a molte edizioni, l' ultima delle quali li vide addirittura insieme in un quartetto di stelle. Sia Hancock che Shorter rappresentano, nelle loro diverse identità artistiche, momenti alti del jazz contemporaneo.
Si prosegue con la big band di Carla Bley, il trio pianistico del veterano Hank Jones (con ospite Roberta Gambarini) e quello dell' amatissimo dal pubblico di Umbria Jazz Brad Mehldau, la tromba di Roy Hargrove (due concerti: uno con il quintetto acustico, l' altro con il progetto funky RH Factor), il vibrafono di Gary Burton con il quintetto Generations. Questa band presenta alcuni dei più giovani allievi di colui che oltre ad essere uno dei più importanti specialisti viventi dello strumento è stato anche preside della Berklee, quindi attento insegnante.
Sono presenti a Umbria Jazz 06, per la prima volta nella stessa edizione, i tre più amati chitarristi del jazz contemporaneo: Bill Frisell con la sua nuova band, John Scofield con il Trio Beyond (con Larry Goldings e Jack DeJohnette) e Pat Metheny. Quest' ultimo si propone in tre situazioni diverse: con il trio (Chris McBride e Antonio Sanchez), come ospite del quartetto di Burton (anche Metheny è stato allievo della Berklee) e come ospite del quintetto di Enrico Rava. Un altro chitarrista di straordinario valore presente al festival è Russell Malone, che si ascolterà in trio con Ron Carter e Mulgrew Miller.
Attesa e interesse per il concerto di Chick Corea, che allinea quartetto jazz e orchestra sinfonica (la Bavarian Chamber Orchestra) per rileggere Wolfgang Amadeus Mozart: il tributo di Corea al duecentocinquantesimo anniversario della nascita del genio salisburghese.
Ci saranno poi alcuni musicisti meno noti al pubblico di Umbria Jazz: la cantante Nnenna Freelon, il vocalista emergente Raul Midon (da poco è uscito il disco di esordio presentato da Blue Note), il sassofonista portoricano Miguel Zenon (ascoltato con la più recente formazione della Mingus Big Band, e con Charlie Haden, David Murray, Joshua Redman), mentre di casa è da considerare l' organista Dr. Lonnie Smith, autore di innumerevoli performances in Umbria.
Due spazi particolari sono infine dedicati al jazz- pop di New Orleans - con Rockin' Dopsie Jr. (specialista dello Zydeco), il quartetto di Michael White, la brass band di Oscar Washington ed il duo voce-chitarra Kim Prevost e Bill Solley - e al jazz latino - con il trio dell' arpista colombiano Edmar Castaneda, rivelazione dell' ultima edizione invernale di Orvieto, e i brasiliani Marco Pererira trio, guidato da un valente chitarrista, il Trio Da Paz (con il chitarrista Romero Lubambo) e la cantante Luciana Souza
Parentesi speciale, last but not least, per la danza, un genere che Umbria Jazz ha presentato ogni volta che è stato possibile. Ricordiamo la compagnia di Martha Graham, il Balletto nazionale della Nuova Guinea, i Danzatori Scalzi, Les Ballets jazz de Montreal. Dopo alcuni anni di assenza torna la danza, ecco a Perugia la Garth Fagan Dance Company, che sarà possibile vedere in tre serate al teatro Morlacchi. È una delle compagnie più prestigiose d'America, forse quella che meglio ha saputo intrecciare le esperienze della danza contemporanea con le peculiarità ritmiche ed espressive della musica afro-caraibica.
Italians Do It Better/ Il Grande Momento del Jazz Tricolore
La "sezione italiana" di Umbria Jazz 06 riporta a Perugia artisti che ne frequentano da tempo i palcoscenici ed alcuni giovani di sicuro avvenire. Sui palchi, più di una generazione del jazz tricolore, a sottolineare il felice momento di creatività che attraversa tutto il movimento.
Ma partiamo, per il rispetto dovuto al carisma del personaggio, uno degli uomini di teatro più amati dal pubblico italiano, da Arnoldo Foà, che ovviamente un musicista non è. Foà è protagonista di Storie di Tango, uno spettacolo in cui si alternano composizioni di Astor Piazzola, eseguite da un quintetto, testi di Jorge Luis Borges, letti da Foà, e le danze di due tangueros. Un omaggio alla cultura e alla suggestione del tango e del suo popolo, oltre l' aspetto puramente musicale. Ma anche un omaggio alla profonda, splendida voce di Foà e ai suoi sessant' anni di carriera.
Quanto ai jazzmen, da sottolineare il quintetto di Enrico Rava, al quale si aggiungerà come ospite molto speciale Pat Metheny, il trio PAF di Paolo Fresu, Antonello Salis e Furio Di Castri, formazione atipica nella formula(tromba, fisarmonica, contrabbasso) ma sperimentata da anni di concerti che hanno consentito coesione, non a discapito dell'originalità, il quintetto "Miles" di Roberto Gatto, un omaggio del batterista romano, che conferma ancora una volta la sua statura di leader, alla musica del grande quintetto di Miles Davis della metà degli anni Sessanta.
Angolo privilegiato dedicato al pianoforte. Ci sarà Enrico Pieranunzi, che a Perugia ha tenuto negli ultimi anni alcuni dei suoi concerti più ispirati e che alla città di Umbria Jazz ha dedicato un brano intitolato Perugia Suite, e ci sarà Danilo Rea, che proporrà il suo concerto al Guggenheim dello scorso aprile, uno degli eventi del progetto "Top Italian Jazz" di Umbria Jazz a New York.
Torna come artista residente del festival Renato Sellani, alla testa del trio che ne celebra e festeggia le ottanta primavera e con un paio di ospiti di rilievo come lo storico sassofonista Gianni Basso e la vocalista Stefania Rava. Sellani incarna come pochi altri, con eleganza e signorilità, le qualità migliori di questa fortunata stagione del jazz italiano. Molto più giovani sono Giovanni Guidi, emerso con l'ultimo quintetto di Rava, e Claudio Filippini, il cui disco di esordio, in duo con il contrabbassista Daniele Mencarelli, è stato presentato nell'ultima edizione di Umbria Jazz Winter. Entrambi affrontano la classicissima formula del trio, banco di prova fondamentale per ogni pianista, come resident artists del festival.
Ed è una prova impegnativa, oltre che una bella idea, quella di Maria Pia De Vito, che usa la sua arte vocale per interpretare le canzoni di Joni Mitchell. Per rivisitare le canzoni della bionda songwriter canadese, Musa della West Coast e personaggio di culto per più di una generazione, la vocalista napoletana si avvale della collaborazione di Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli.
Ancora una volta Umbria Jazz propone il progetto che l' anno scorso Francesco Cafiso dedicò a Charlie Parker, interpretando in modo originale gli standard che Bird registrò per l' impresario Norman Granz a cavallo tra gli anni '40 e '50, accompagnato da una orchestra classica. Il progetto, già presentato a Perugia e a Orvieto, sia per l' edizione estiva che per quella invernale di Umbria Jazz, è stato registrato in cd con il titolo "A tribute to Charlie Parker". L' orchestra è quella dei Solisti di Perugia, complesso che si è guadagnato un notevole credito come esecutore del repertorio Barocco.
Ed ecco un personaggio molto simpatico: cantante con un amore per lo scat, percussionista, polistrumentista, produttore, ma anche conduttore televisivo ed entertainer, musicalmente nato con Renzo Arbore, Gegè Telesforo sfugge a facili ed esaustive definizioni. Di lui ci piace dire che è un serio e profondo music lover, animatore, soprattutto sulla scena romana, di progetti intelligenti e divertenti nello stesso tempo. Come questo dei Groovinators in cui ricicla a modo suo jazz e funk, aiutato da bravissimi musicisti.
E sul piano del divertimento non sono secondi a nessuno i Funk Off, street band italianissima che va oltre il tradizionale concetto di marching band proponendo una musica trascinante e spettacolare, molto moderna, estremamente coinvolgente sul piano ritmico. Sono diventati, da quando Umbria Jazz li ha presentati tre edizioni fa, tra i beniamini del pubblico. Lo stesso successo hanno registrato anche a New York e Melbourne.
La Parco della musica jazz Orchestra è una big band stabile, un complesso residente nato per impulso della Fondazione Musica per Roma. Ne fanno parte alcuni dei migliori musicisti italiani e a dirigerla è stato chiamato Maurizio Giammarco, sassofonista, compositore e arrangiatore tra i più esperti della scena nazionale.
L' orchestra ha già maturato un forte senso di coesione e propone molti progetti diversi per esplorare alcuni momenti importanti della storia del jazz, eseguire particolari songbook, ospitare solisti. Una esperienza artistica interessante, anche dal punto di vista della divulgazione.
Personaggio molto noto negli ambienti del jazz nazionale è anche Fabio Jegher, musicista (di cui è appena uscito un nuovo disco in quintetto) ma anche attivissimo insegnante. Umbria Jazz lo presenta in concerto.
La Festa in Piazza, Musica Gratis all'aperto tutto il giorno, tutti i giorni
Umbria Jazz è tradizionalmente un festival molto eclettico, che offre al suo pubblico differenti opportunità di approccio alla musica. Ci sono concerti per piccolissimi spazi e grandi spettacoli in piazza. La musica nelle piazze, dove non si paga nessun biglietto, è una tradizione antica per una manifestazione che non ha i tratti snobistici dell' esclusivismo e che non respinge nessuno. Umbria Jazz dopo tutto è nata così, come una grande festa popolare a ritmo di jazz. E la tradizione continua anche se da allora tutto è cambiato. Quello che si suona nelle piazze ovviamente non è il jazz degli specialisti. È la musica Nera popolare delle radici, è lo swing: è la musica dell' allegria, del ballo, dell' amicizia. Ogni anno Umbria Jazz allestisce un cartellone ricchissimo per i suoi concerti all' aperto, un cartellone generoso con decine di eventi che vanno in scena dalla mattina fino a notte fonda.
Cominciamo da tre eventi musicali molto cari al pubblico di Umbria Jazz. Il primo, doveroso omaggio all' identità spirituale dell' Umbria ma anche alla storia del festival, è il coro gospel che rappresenta la tradizione della musica religiosa delle comunità Nere. Dr. Bobby Jones & the Nashville super choir è un complesso considerato in America tra i migliori rappresentanti del genere. Ed il suo leader è un personaggio influente: non solo un vocalista e direttore, Bobby Jones, ma anche conduttore radiofonico e televisivo, produttore, intrattenitore. Dall'Inghilterra ritornano ancora una volta The Ray Gelato Giants, una banda di mattacchioni che riciclano jump, jive e canzonette per divertire e far ballare. Ray Gelato (è un nome d' arte) è figlio di un italoamericano che faceva il militare in Gran Bretagna. Il padre amava i sassofonisti "duri" e Ray da piccolo ascoltava i dischi di Illinois Jacquet e Eddie Lockjaw Davis, oltre al rock 'n' roll. Fu amore a prima vista e da quella musica Ray non si è mai allontanato, anche se oggi ci mette in più un pizzico di autoironia che piace molto alla gente.
The New Wave Brass Band of New Orleans rimanda esplicitamente, già dal nome, alle innovazioni cui è stata sottoposta in anni recenti la formula dell' orchestra di strada, ma in realtà ricicla una vecchia tradizione della Città del Delta. La marching' band viene riveduta e corretta, per adeguarsi ai tempi e alle mode, ma conserva la sua immagine di parata festosa che sfila per le vie del centro di Perugia con dietro il suo pubblico. C' è la festa, ma c' è anche la riaffermazione delle origini del jazz. Un altro musicista di New Orleans, che rappresenta idealmente il curioso intreccio di generi che è la colonna sonora quotidiana della capitale della Louisiana, è Les Getrex con la band Creole Cooking. La sua musica, come richiama anche la sigla della band, assomiglia alla tipica cucina creola figlia di tante culture (da quella francese alle tradizioni dei Black Indians) e capace di tradursi in sapori forti e piccanti. Getrix, quarto di cinque fratelli, è nato musicalmente con la tradizione del gospel: suonava la chitarra elettrica in chiesa per accompagnare i cori fin da ragazzino. Diventato musicista professionista, ha collaborato in lungo e in largo con gli ambienti artistici della sua città. Sharon Jones & the Dap Kings sono nuovi in Umbria ma ben noti in America. Sharon, soul singer, anzi ''soul sister # 1'', come viene chiamata, viene dalla stessa città della Georgia in cui è nato James Brown. Stesse origini, e stesso tirocinio, a cantare gospel in chiesa fin fa bambina. Poi il trasferimento a Brooklyn ed una carriera nei generi più popolari. Viene da New York invece J. K. Denhert, interprete di una miscela di urban folk e jazz. Voce e chitarra, tra le sue influenze la Denhert cita James Taylor. Oggi è molto assidua dei locali di musica di Manhattan. Il suo ultimo disco, "Girl like me" ne disegna bene l' identità artistica, ma il meglio, come succede spesso in questo tipo di musica, viene dal vivo, nei club.
E adesso l' Italia. Viene da Napoli la Tribunal Mist Jazz Band, ovvero 20 professionisti prestati alla musica (avvocati, ingegneri, medici) fondata poco più di un decennio fa dall' Avvocato Paolo Pannella e diretta da Antonio Solimene. Si è esibita nei club non meno che nelle aule universitarie; ha collaborato con personaggi come Stephane Grappelli, Lou Soloff e Lucio Dalla (ultimamente anche con Stefano Bollani) ed ha suonato l' inno di Mascalzone Latino per la Coppa America. Il suo jazz si inserisce nel solco della tradizione, senza perdere di vista il patrimonio artistico napoletano. Sul versante più moderno si colloca invece The Reverse, miscela di hip hop, manipolazioni da dj, funky metropolitano. Musica che si presta molto ad essere ballata, ovviamente, e che piacerà ai più giovani.
Anche quest' anno Umbria Jazz ospita orchestre giovanili di università e scuole superiori americane, dove la jazz band è una tradizione consolidata. Molto spesso la qualità è sorprendentemente alta, perché è alto il livello degli insegnanti e fortissimo è l' interesse dei ragazzi. Il movimento delle big band scolastiche è vivace e interessante, ed è seguito con attenzione e affetto dal mondo del jazz dei "grandi". A Umbria Jazz 06 partecipano The Bradley University big band, The Folsom High School Choir, The Capital University band e The Monterey Next Generations Jazz Orchestra.
Le Clinics del Berklee: Studiare Jazz a Perugia con la Piu' Prestigiosa Scuola del Mondo
Se Umbria Jazz è un festival da ascoltare, esiste però una dimensione contemporanea e parallela ai concerti, quella della didattica, che coinvolge circa duecento studenti l' anno ed ha diplomato ormai diverse migliaia di giovani.
Dal 4 al 16 luglio si svolgono infatti, per la ventunesima volta, i seminari della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics tenuti dal Berklee College of Music di Boston. Le Clinics sono un fatto molto importante di Umbria Jazz, e l'Associazione che le organizza, autonoma rispetto a quella che si occupa del festival vero e proprio, riesce a superare oggi notevoli difficoltà finanziarie (grazie soprattutto al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e del Comune di Perugia) per poter dare ai ragazzi che si iscrivono da tutta l' Europa l'opportunità di studiare in una scuola come la Berklee che non ha concorrenti al mondo per prestigio, storia, risultati.
Le Clinics sono da sempre un fiore all' occhiello del Festival. La prima edizione risale al 1982, ovvero con la rinascita di Umbria Jazz dopo tre anni di interruzione. Il primo anno i seminari perugini furono abbastanza occasionali e improvvisati, ma già l' anno dopo trovano un migliore assetto organizzativo con gli insegnanti della Rutgers University. Nel 1984 è la Duke Univesity a tenere i corsi sotto la direzione di Paul Jeffrey, che i più attenti fans del jazz ricorderanno certamente per aver suonato a lungo con Thelonious Monk.
Ma è solo con la Berklee, due anni dopo ancora, che le Clinics fanno il salto di qualità definitivo. Dalle aule di Boston non per nulla sono usciti decine e decine di personaggi che hanno fatto e stanno facendo la storia moderna del jazz: fra questi, Joe Zawinul, John Scofield, Quincy Jones, Gary Burton, Bill Frisell, Miroslav Vitous, Al di Meola, fino a Branford Marsalis. Sono anche usciti innumerevoli bravi professionisti, magari non altrettanto famosi, che si guadagnano da vivere facendo vita da sessionmen negli studi del cinema, della tv o nei dischi.
I seminari perugini sono diretti da Larry Monroe e da Giovanni Tommaso. Carlo Pagnotta ne è il presidente, e Sauro Peducci il responsabile organizzativo. Spesso, in aggiunta alle diverse classi, si sono tenuti seminari speciali con insegnanti famosi: vale la pena di citare Jim Hall, Johnny Griffin, Zawinul, Joe Pass, Milt Jackson, Frisell, Paul Motian, Wynton Marsalis, Elvin Jones, Pat Martino.
Anche in quest'edizione ci saranno corsi speciali con Gary Burton.
Agli studenti che ottengono i migliori risultati la Berklee offre borse di studio e facilitazioni per continuare gli studi nella sede madre di Boston.
L' Associazione Umbria Jazz in collaborazione con Birra Peroni
presenta
Umbria Jazz 06 - Dal 7 al 17 Luglio Musica e Cultura dal cuore dell'Italia
Oltre Trecento artisti in scena e gli splendidi scenari storico e ambientali di Perugia
Probabilmente mai in passato - 33 anni di festival - Umbria Jazz ha allestito un cartellone così colossale come quello dell' edizione 2006. È vero, è un' affermazione ricorrente nella comunicazione ufficiale della manifestazione, ma il fatto è che ogni volta Umbria Jazz si ritrova nella condizione, voluta o casuale, di superare gli standards delle edizioni precedenti. Per quest'anno parla il programma. Dal 7 al 16 luglio (con una "coda", il 17, aggiunta all' ultimo momento: Carlos Santana!) Perugia ospiterà centinaia di artisti che riempiranno di suoni il suo centro storico, secondo la formula consolidata nel tempo di una città totalmente immersa nella musica. Il programma prevede, nelle intenzioni dell' Associazione Umbria Jazz e del direttore artistico, Carlo Pagnotta, un mix di jazz, rock, pop e soul: un occhio all' ortodossia del jazz, che il festival non intende, nel presente e nel futuro, sottodimensionare, ed un altro ai grandi nomi dello show business, secondo una formula battezzata nel 2003 (l' anno del trentennale) e poi confermata.
La formula è quella di incrociare, e magari sovrapporre, tre dimensioni musicali e ambientali diverse.
Le serate all' Arena Santa Giuliana: qui sono di scena gli artisti più famosi, per i quali è necessario un grande e confortevole spazio.
I pomeriggi e le notti nei due teatri storici cittadini: sono gli spazi dedicati al jazz più autentico (quest' anno, anche alla danza) nelle sue diverse espressioni, tradizionali o moderne.
Gli spettacoli gratuiti all'aperto: è il festival dei giovani e delle famiglie, con i generi musicali più popolari e di più immediato appeal.
Si conferma, né potrebbe essere altrimenti, la consueta immagine di Umbria Jazz, affinata in più di trent' anni di vita: per dieci giorni, dalla mattina fino a tarda notte, tanta musica no-stop negli scenari più suggestivi del centro storico di Perugia. Un festival per ascoltatori attenti e motivati, ma che non respinge nessuno, nemmeno chi vuole trascorrere una serena vacanza in Umbria con la colonna sonora di jazz, soul, rhythm & blues, blues, gospel, pop song, salsa.
La città unifica le diverse anime del festival con la sua dimensione a misura d'uomo. Gli ambienti dell'acropoli contribuiscono, con il valore aggiunto di arte e storia, a rendere unico il "jazz Italian style", per citare un omaggio della stampa americana. Piazze, giardini, teatri, la spettacolare Rocca Paolina (città sotterranea che è uno dei monumenti simbolo di Perugia) ma anche ristoranti e club fanno da cornice antica alla contemporaneità del jazz e delle musiche che dal jazz, in qualche modo, provengono.
Tra le location di Umbria Jazz 06, si registra un gradito ritorno, quello dei Giardini Carducci, che l'anno scorso furono indisponibili a causa di un intervento di restauro complessivo ad opera del Comune. I Giardini, rinnovati, confortevoli e più belli di prima, tornano ad essere la sede di uno dei due palchi sui quali si fa musica gratuita (l' altro, come al solito, è in Piazza IV Novembre). Non solo un palco ed una platea, i Giardini, ma anche un luogo di ritrovo e di sosta, in cui fare uno spuntino e bere (naturalmente) una buona birra.
Umbria Jazz tra New York e Melbourne
L' agenda internazionale di Umbria Jazz è sempre più fitta. Qualche mese fa, a cavallo tra marzo e aprile, il festival è volato in America per promuovere se stesso, la sua regione di origine ed il jazz italiano: molta musica nel cuore di Manhattan, ma anche prodotti tipici agroalimentari, tessuti e ceramica ed una laurea ad honorem a Renzo Arbore. In sintesi queste le motivazioni della trasferta newyorkese, con una rappresentanza di alto livello del jazz tricolore ed una nutrita pattuglia di aziende artigianali di prodotti di qualità che hanno lavorato per esportare in America il made in Umbria. Il tutto con il marchio UJ come testimonial.
Al centro del progetto di promozione integrata c' è stata una settimana (27 marzo - 2 aprile) di concerti serali al Birdland, uno dei più storici e prestigiosi jazz club di Manhattan. Hanno suonato i trii pianistici di Dado Moroni, Enrico Pieranunzi e Stefano Bollani, il quartetto di Giovanni Tommaso con Paolo Fresu "special guest", il quintetto di Enrico Rava ed il giovane prodigio siciliano Francesco Cafiso, mentre per il concerto di solo piano di Danilo Rea si è aperto il suggestivo scenario del Guggenheim Museum. Tra le altre iniziative anche una mostra per gli 80 anni dell' Università per Stranieri di Perugia.
Il prossimo anno Umbria Jazz torna in Australia per dare vita alla seconda edizione del festival internazionale di Melbourne, che si svolgerà dal 3 al 13 maggio. La prima edizione era stata nel maggio 2005, con una pausa decisa dagli organizzatori per il 2006 a causa dello svolgimento concomitante dei Giochi del Commonwealth. Il cartellone presenterà, come del resto nella prima edizione, artisti locali, americani e italiani, e la formula in qualche modo riprende quello della manifestazione madre, con l' uso dei magnifici spazi, all' aperto e al chiuso, di cui la bella città australiana dispone.
Continua il Progetto di Solidarieta' per New Orleans e le Vittime di Katrina
UMBRIA JAZZ LOVES NEW ORLEANS è la scritta sulle esclusive felpe messe in vendita a Orvieto durante la scorsa edizione di Umbria Jazz Winter, finanziate dal Comune. Le felpe, anche dopo il festival invernale, sono state commercializzate via internet attraverso il sito di Umbria Jazz. Il ricavato della vendita, tramite il Lincoln Center di New York, viene destinato alla ricostruzione o al sostegno di persone particolarmente in difficoltà dopo il passaggio dell' uragano Katrina. UMBRIA JAZZ LOVES NEW ORLEANS esprime il legame fra il nostro festival e la città dove è nato il jazz, che è fortissimo. Sui palcoscenici umbri gli artisti di quella che è stata - e deve tornare ad essere, la più suggestiva, affascinante e misteriosa delle città americane - sono stati di casa. Dalla famiglia Marsalis a Fats Domino (che per qualche giorno fu dato addirittura per disperso, dopo il passaggio dell' uragano), da Doctor John ai Neville Brothers, da Terence Blanchard alla Olympia Brass Band. Per non parlare dei cori di musica gospel, a partire dagli Zion Harmonizers di Sherman Washington che aprirono UJ 88 cantando nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi.
Umbria Jazz 06 propone un concerto all' Arena Santa Giuliana dedicato proprio alla musica della Città del Delta, con la partecipazione di Irma Thomas, Davell Crawford ed il ritorno dei Nevilles. È un modo per tenere accesi i riflettori sulla tradizione culturale di questo lembo d' America nei confronti del quale tutti coloro che amano la musica sono debitori, e per dare un piccolo aiuto a coloro che con Katrina hanno perso tutto: tra loro, anche molti musicisti.
Anteprima di Umbria Jazz: Perugia, 6 Luglio, Piazza Iv Novembre
CONCERTO PER L' AFRICA IN COLLABORAZIONE CON L' UNIVERSITA' PER STRANIERI: MORY KANTE' E DR. JONES & THE NASHVILLE SUPERCHOIR
Umbria Jazz 06 ha un prologo importante: un concerto in piazza, nel cuore di Perugia, dedicato all' Africa e alla cooperazione con il grande continente da cui - tesi molto condivisa negli ambienti scientifici - ha avuto origine l' umanità.
L' Africa. Un patrimonio inestimabile di culture e civiltà, etnie e lingue, tradizioni e arte (la musica, prima di tutto!). Un continente antico che cresce e si sviluppa tra mille difficoltà ma anche con orgoglio e giovanile entusiasmo. Un mondo su cui scommettere e investire, per un futuro migliore per tutti. Al quale guardare con spirito di responsabilità e senso di solidarietà.
Perugia, città ospitale e da sempre aperta al mondo, da 80 anni vede, nelle aule dell' Università per Stranieri, alternarsi giovani di tutto il pianeta che studiano la lingua e la civiltà italiana. La maggior parte di loro conserva del soggiorno perugino un ricordo forte e importante. Molti, tra questi studenti, gli africani che poi tornano nei loro Paesi per entrare a far parte della classe dirigente e guidare lo sviluppo.
Umbria Jazz e l' Università per stranieri consolidano con questa iniziativa una recente alleanza, inaugurata pochi mesi fa con la partecipazione dell' Università alla missione umbra a New York. In quella circostanza la Stranieri allestì una mostra per testimoniare il suo lavoro e l' alto livello scientifico e didattico. La seconda iniziativa comune è questo concerto per l' Africa, che anticipa l'apertura del festival presentando sul palco di Piazza IV Novembre uno degli artisti africani più famosi e significativi, non soltanto per meriti musicali.
Mory Kante' é il più acclamato virtuoso di kora, curioso strumento a corda che e' una sorta di liuto africano dalle mille sfumature, anche per via delle 25 corde. Cantante, compositore, suonatore pure di balafon ed eccellente chitarrista, Mory Kante' viene da una famiglia di griot della Guinea, dunque figlio d'arte e continuatore della tradizione musicale dell' Africa Occidentale. Una carriera straordinaria, la sua, che lo ha visto passare per la più bella formazione della leggendaria Rail Band di Bamako, nello stesso periodo in cui la voce solista era quella di Salif Keita. Capace di fondere le tradizioni musicali africane più pure con le sonorità del rock e del pop del Nord del mondo, Mory Kante' ha conosciuto un successo crescente, prima in Francia poi in tutto il mondo. Da qualche anno è ambasciatore della FAO, e non ha mai smesso di lavorare con impegno alla causa del suo continente, e più in generale all'affermazione di una politica di solidarietà: "Lavorerò con persone di differenti culture e viaggerò in tutti i paesi per dare alla gente la possibilità di aiutarsi reciprocamente. Tutto il mondo si deve mobilitare contro la fame e la povertà".
Il concerto prevede anche uno degli artisti più familiari al pubblico di Perugia, che lo ha visto e sentito numerose volte. É Dr. Bobby Jones, guida e ispiratore del Nashville Superchoir, personaggio di culto del movimento del gospel e in generale della musica religiosa delle comunità Nere. Un genere che deve molto alla musica africana.
Pop Rock & Soul - Musica di Qualita' per Tutti I Gusti in Un Cartellone di Stelle
La lista delle superstars di Umbria Jazz 06 comincia con Diana Krall, che proprio UJ tenne a battesimo agli inizi della carriera, quando la bionda canadese era ancora una promettente pianista-jazz singer devota alla tradizione crooner di Nat King Cole. Torna adesso con una nuova immagine di artista in equilibrio tra il primo amore per il jazz e l' acquisita vocazione di popstar.
Si continua con Eric Clapton, uno dei due poli (l' altro naturalmente è Jimi Hendrix) cui hanno fatto riferimento i chitarristi del rock negli ultimi 40 anni, in pratica da quando dopo aver lasciato i Bluesbreakers di John Mayall, Clapton fondò il trio dei Cream. Seguirono i Blind Faith ed una lunga carriera di solista: rock, pop, ed il blues (Robert Johnson, sopra tutti) hanno ispirato le sue sei corde.
Si chiude con Carlos Santana, altra icona della chitarra, inventore di una via latina al rock che risale a Woodstock. Per avere Santana il festival ha spostato di un giorno la chiusura, in un primo tempo prevista per domenica 16 luglio. Santana suonerà con la sua band all' Arena Santa Giuliana di Perugia lunedì 17. Non è la prima volta che la rockstar si esibisce al festival umbro, avendo già partecipato all' edizione 1988. In quell' occasione Santana dirigeva un gruppo di fusion assieme a Wayne Shorter. Anche per Clapton è un ritorno, perché "Slowhand" suonò a Villa Fidelia nel 1997 con una superband intitolata Legends di cui facevano parte anche Dave Sanborn, Marcus Miller, Joe Sample e Steve Gadd. Nella stessa serata di Clapton, uno dei migliori bluesmen emersi di recente, Robert Cray.
Omaggio al Brasile con due personaggi eccellenti come Caetano Veloso, uno dei beniamini del pubblico di Umbria Jazz (la prima partecipazione di Veloso risale al 1993) e, per la prima volta a Perugia, Sergio Mendes, tornato prepotentemente alla ribalta, ultimo tassello di una carriera lunga quasi mezzo secolo, con un sorprendente progetto in cui mescola ritmi brasiliani e tendenze hip hop.
Serata soul con due autentici monumenti della Black Music: James Brown (per lui, è la terza volta al festival in quattro anni), e l' esordio di Solomon Burke, autore negli ultimi anni di due grandi cd che ne hanno rinverdito i fasti dell' epoca d' oro, i Sessanta.
Non poteva mancare una serata italiana, all'Arena Santa Giuliana, dove sarà di scena Il pop mediterraneo, con le sue forti tinte blues e soul, di Pino Daniele. Anche l' artista napoletano non è nuovo ai palcoscenici di Umbria Jazz. Lo ricordiamo nella splendida cornice del teatro romano di Gubbio, allo stadio Curi in un gruppo con Steve Gadd, ed in una solo performance in piazza IV Novembre, dove, seduto sul palco, c' era anche Massimo Troisi ad ascoltarlo.
Umbria Jazz 06 dedica una serata all' Arena Santa Giuliana alla musica di New Orleans per non dimenticare la sfortunata sorte della città alle prese con un difficile dopo-Katrina. Con lo slogan We love New Orleans vengono presentati tre artisti rappresentativi della Città del Delta: il pianista-cantante Davell Crawford (negli ambienti musicali lo chiamano ''il principe di N.O. per sottolinearne l'eleganza di performer, non disgiunta da una forte radice popolare), la splendida voce soul di Irma Thomas e i leggendari Neville Brothers, icone del rock sudista
Infine, uno dei personaggi più in ascesa dello show business degli ultimi anni, Jamie Cullum, cantante, pianista, songwriter ma soprattutto esplosivo live performer in grado di dare spettacolo con la sua sapiente miscela di jazz, pop, soul. Il giovane artista dell' Essex è al suo esordio a Umbria Jazz
Il Jazz Resta il Cuore del Programma: a Perugia il Meglio della Musica Afro-americana tra Ortodossia e Contemporaneita'
Non meno stellare il cartellone del jazz. Si comincia, per indiscutibile gerarchia storico-artistica, da Wayne Shorter e Herbie Hancock, alla testa dei rispettivi gruppi. Il primo con l' ormai fisso quartetto, il secondo con una recente formazione dall' organico non del tutto consueto. Entrambi sono praticamente di casa a UJ avendo partecipato a molte edizioni, l' ultima delle quali li vide addirittura insieme in un quartetto di stelle. Sia Hancock che Shorter rappresentano, nelle loro diverse identità artistiche, momenti alti del jazz contemporaneo.
Si prosegue con la big band di Carla Bley, il trio pianistico del veterano Hank Jones (con ospite Roberta Gambarini) e quello dell' amatissimo dal pubblico di Umbria Jazz Brad Mehldau, la tromba di Roy Hargrove (due concerti: uno con il quintetto acustico, l' altro con il progetto funky RH Factor), il vibrafono di Gary Burton con il quintetto Generations. Questa band presenta alcuni dei più giovani allievi di colui che oltre ad essere uno dei più importanti specialisti viventi dello strumento è stato anche preside della Berklee, quindi attento insegnante.
Sono presenti a Umbria Jazz 06, per la prima volta nella stessa edizione, i tre più amati chitarristi del jazz contemporaneo: Bill Frisell con la sua nuova band, John Scofield con il Trio Beyond (con Larry Goldings e Jack DeJohnette) e Pat Metheny. Quest' ultimo si propone in tre situazioni diverse: con il trio (Chris McBride e Antonio Sanchez), come ospite del quartetto di Burton (anche Metheny è stato allievo della Berklee) e come ospite del quintetto di Enrico Rava. Un altro chitarrista di straordinario valore presente al festival è Russell Malone, che si ascolterà in trio con Ron Carter e Mulgrew Miller.
Attesa e interesse per il concerto di Chick Corea, che allinea quartetto jazz e orchestra sinfonica (la Bavarian Chamber Orchestra) per rileggere Wolfgang Amadeus Mozart: il tributo di Corea al duecentocinquantesimo anniversario della nascita del genio salisburghese.
Ci saranno poi alcuni musicisti meno noti al pubblico di Umbria Jazz: la cantante Nnenna Freelon, il vocalista emergente Raul Midon (da poco è uscito il disco di esordio presentato da Blue Note), il sassofonista portoricano Miguel Zenon (ascoltato con la più recente formazione della Mingus Big Band, e con Charlie Haden, David Murray, Joshua Redman), mentre di casa è da considerare l' organista Dr. Lonnie Smith, autore di innumerevoli performances in Umbria.
Due spazi particolari sono infine dedicati al jazz- pop di New Orleans - con Rockin' Dopsie Jr. (specialista dello Zydeco), il quartetto di Michael White, la brass band di Oscar Washington ed il duo voce-chitarra Kim Prevost e Bill Solley - e al jazz latino - con il trio dell' arpista colombiano Edmar Castaneda, rivelazione dell' ultima edizione invernale di Orvieto, e i brasiliani Marco Pererira trio, guidato da un valente chitarrista, il Trio Da Paz (con il chitarrista Romero Lubambo) e la cantante Luciana Souza
Parentesi speciale, last but not least, per la danza, un genere che Umbria Jazz ha presentato ogni volta che è stato possibile. Ricordiamo la compagnia di Martha Graham, il Balletto nazionale della Nuova Guinea, i Danzatori Scalzi, Les Ballets jazz de Montreal. Dopo alcuni anni di assenza torna la danza, ecco a Perugia la Garth Fagan Dance Company, che sarà possibile vedere in tre serate al teatro Morlacchi. È una delle compagnie più prestigiose d'America, forse quella che meglio ha saputo intrecciare le esperienze della danza contemporanea con le peculiarità ritmiche ed espressive della musica afro-caraibica.
Italians Do It Better/ Il Grande Momento del Jazz Tricolore
La "sezione italiana" di Umbria Jazz 06 riporta a Perugia artisti che ne frequentano da tempo i palcoscenici ed alcuni giovani di sicuro avvenire. Sui palchi, più di una generazione del jazz tricolore, a sottolineare il felice momento di creatività che attraversa tutto il movimento.
Ma partiamo, per il rispetto dovuto al carisma del personaggio, uno degli uomini di teatro più amati dal pubblico italiano, da Arnoldo Foà, che ovviamente un musicista non è. Foà è protagonista di Storie di Tango, uno spettacolo in cui si alternano composizioni di Astor Piazzola, eseguite da un quintetto, testi di Jorge Luis Borges, letti da Foà, e le danze di due tangueros. Un omaggio alla cultura e alla suggestione del tango e del suo popolo, oltre l' aspetto puramente musicale. Ma anche un omaggio alla profonda, splendida voce di Foà e ai suoi sessant' anni di carriera.
Quanto ai jazzmen, da sottolineare il quintetto di Enrico Rava, al quale si aggiungerà come ospite molto speciale Pat Metheny, il trio PAF di Paolo Fresu, Antonello Salis e Furio Di Castri, formazione atipica nella formula(tromba, fisarmonica, contrabbasso) ma sperimentata da anni di concerti che hanno consentito coesione, non a discapito dell'originalità, il quintetto "Miles" di Roberto Gatto, un omaggio del batterista romano, che conferma ancora una volta la sua statura di leader, alla musica del grande quintetto di Miles Davis della metà degli anni Sessanta.
Angolo privilegiato dedicato al pianoforte. Ci sarà Enrico Pieranunzi, che a Perugia ha tenuto negli ultimi anni alcuni dei suoi concerti più ispirati e che alla città di Umbria Jazz ha dedicato un brano intitolato Perugia Suite, e ci sarà Danilo Rea, che proporrà il suo concerto al Guggenheim dello scorso aprile, uno degli eventi del progetto "Top Italian Jazz" di Umbria Jazz a New York.
Torna come artista residente del festival Renato Sellani, alla testa del trio che ne celebra e festeggia le ottanta primavera e con un paio di ospiti di rilievo come lo storico sassofonista Gianni Basso e la vocalista Stefania Rava. Sellani incarna come pochi altri, con eleganza e signorilità, le qualità migliori di questa fortunata stagione del jazz italiano. Molto più giovani sono Giovanni Guidi, emerso con l'ultimo quintetto di Rava, e Claudio Filippini, il cui disco di esordio, in duo con il contrabbassista Daniele Mencarelli, è stato presentato nell'ultima edizione di Umbria Jazz Winter. Entrambi affrontano la classicissima formula del trio, banco di prova fondamentale per ogni pianista, come resident artists del festival.
Ed è una prova impegnativa, oltre che una bella idea, quella di Maria Pia De Vito, che usa la sua arte vocale per interpretare le canzoni di Joni Mitchell. Per rivisitare le canzoni della bionda songwriter canadese, Musa della West Coast e personaggio di culto per più di una generazione, la vocalista napoletana si avvale della collaborazione di Danilo Rea ed Enzo Pietropaoli.
Ancora una volta Umbria Jazz propone il progetto che l' anno scorso Francesco Cafiso dedicò a Charlie Parker, interpretando in modo originale gli standard che Bird registrò per l' impresario Norman Granz a cavallo tra gli anni '40 e '50, accompagnato da una orchestra classica. Il progetto, già presentato a Perugia e a Orvieto, sia per l' edizione estiva che per quella invernale di Umbria Jazz, è stato registrato in cd con il titolo "A tribute to Charlie Parker". L' orchestra è quella dei Solisti di Perugia, complesso che si è guadagnato un notevole credito come esecutore del repertorio Barocco.
Ed ecco un personaggio molto simpatico: cantante con un amore per lo scat, percussionista, polistrumentista, produttore, ma anche conduttore televisivo ed entertainer, musicalmente nato con Renzo Arbore, Gegè Telesforo sfugge a facili ed esaustive definizioni. Di lui ci piace dire che è un serio e profondo music lover, animatore, soprattutto sulla scena romana, di progetti intelligenti e divertenti nello stesso tempo. Come questo dei Groovinators in cui ricicla a modo suo jazz e funk, aiutato da bravissimi musicisti.
E sul piano del divertimento non sono secondi a nessuno i Funk Off, street band italianissima che va oltre il tradizionale concetto di marching band proponendo una musica trascinante e spettacolare, molto moderna, estremamente coinvolgente sul piano ritmico. Sono diventati, da quando Umbria Jazz li ha presentati tre edizioni fa, tra i beniamini del pubblico. Lo stesso successo hanno registrato anche a New York e Melbourne.
La Parco della musica jazz Orchestra è una big band stabile, un complesso residente nato per impulso della Fondazione Musica per Roma. Ne fanno parte alcuni dei migliori musicisti italiani e a dirigerla è stato chiamato Maurizio Giammarco, sassofonista, compositore e arrangiatore tra i più esperti della scena nazionale.
L' orchestra ha già maturato un forte senso di coesione e propone molti progetti diversi per esplorare alcuni momenti importanti della storia del jazz, eseguire particolari songbook, ospitare solisti. Una esperienza artistica interessante, anche dal punto di vista della divulgazione.
Personaggio molto noto negli ambienti del jazz nazionale è anche Fabio Jegher, musicista (di cui è appena uscito un nuovo disco in quintetto) ma anche attivissimo insegnante. Umbria Jazz lo presenta in concerto.
La Festa in Piazza, Musica Gratis all'aperto tutto il giorno, tutti i giorni
Umbria Jazz è tradizionalmente un festival molto eclettico, che offre al suo pubblico differenti opportunità di approccio alla musica. Ci sono concerti per piccolissimi spazi e grandi spettacoli in piazza. La musica nelle piazze, dove non si paga nessun biglietto, è una tradizione antica per una manifestazione che non ha i tratti snobistici dell' esclusivismo e che non respinge nessuno. Umbria Jazz dopo tutto è nata così, come una grande festa popolare a ritmo di jazz. E la tradizione continua anche se da allora tutto è cambiato. Quello che si suona nelle piazze ovviamente non è il jazz degli specialisti. È la musica Nera popolare delle radici, è lo swing: è la musica dell' allegria, del ballo, dell' amicizia. Ogni anno Umbria Jazz allestisce un cartellone ricchissimo per i suoi concerti all' aperto, un cartellone generoso con decine di eventi che vanno in scena dalla mattina fino a notte fonda.
Cominciamo da tre eventi musicali molto cari al pubblico di Umbria Jazz. Il primo, doveroso omaggio all' identità spirituale dell' Umbria ma anche alla storia del festival, è il coro gospel che rappresenta la tradizione della musica religiosa delle comunità Nere. Dr. Bobby Jones & the Nashville super choir è un complesso considerato in America tra i migliori rappresentanti del genere. Ed il suo leader è un personaggio influente: non solo un vocalista e direttore, Bobby Jones, ma anche conduttore radiofonico e televisivo, produttore, intrattenitore. Dall'Inghilterra ritornano ancora una volta The Ray Gelato Giants, una banda di mattacchioni che riciclano jump, jive e canzonette per divertire e far ballare. Ray Gelato (è un nome d' arte) è figlio di un italoamericano che faceva il militare in Gran Bretagna. Il padre amava i sassofonisti "duri" e Ray da piccolo ascoltava i dischi di Illinois Jacquet e Eddie Lockjaw Davis, oltre al rock 'n' roll. Fu amore a prima vista e da quella musica Ray non si è mai allontanato, anche se oggi ci mette in più un pizzico di autoironia che piace molto alla gente.
The New Wave Brass Band of New Orleans rimanda esplicitamente, già dal nome, alle innovazioni cui è stata sottoposta in anni recenti la formula dell' orchestra di strada, ma in realtà ricicla una vecchia tradizione della Città del Delta. La marching' band viene riveduta e corretta, per adeguarsi ai tempi e alle mode, ma conserva la sua immagine di parata festosa che sfila per le vie del centro di Perugia con dietro il suo pubblico. C' è la festa, ma c' è anche la riaffermazione delle origini del jazz. Un altro musicista di New Orleans, che rappresenta idealmente il curioso intreccio di generi che è la colonna sonora quotidiana della capitale della Louisiana, è Les Getrex con la band Creole Cooking. La sua musica, come richiama anche la sigla della band, assomiglia alla tipica cucina creola figlia di tante culture (da quella francese alle tradizioni dei Black Indians) e capace di tradursi in sapori forti e piccanti. Getrix, quarto di cinque fratelli, è nato musicalmente con la tradizione del gospel: suonava la chitarra elettrica in chiesa per accompagnare i cori fin da ragazzino. Diventato musicista professionista, ha collaborato in lungo e in largo con gli ambienti artistici della sua città. Sharon Jones & the Dap Kings sono nuovi in Umbria ma ben noti in America. Sharon, soul singer, anzi ''soul sister # 1'', come viene chiamata, viene dalla stessa città della Georgia in cui è nato James Brown. Stesse origini, e stesso tirocinio, a cantare gospel in chiesa fin fa bambina. Poi il trasferimento a Brooklyn ed una carriera nei generi più popolari. Viene da New York invece J. K. Denhert, interprete di una miscela di urban folk e jazz. Voce e chitarra, tra le sue influenze la Denhert cita James Taylor. Oggi è molto assidua dei locali di musica di Manhattan. Il suo ultimo disco, "Girl like me" ne disegna bene l' identità artistica, ma il meglio, come succede spesso in questo tipo di musica, viene dal vivo, nei club.
E adesso l' Italia. Viene da Napoli la Tribunal Mist Jazz Band, ovvero 20 professionisti prestati alla musica (avvocati, ingegneri, medici) fondata poco più di un decennio fa dall' Avvocato Paolo Pannella e diretta da Antonio Solimene. Si è esibita nei club non meno che nelle aule universitarie; ha collaborato con personaggi come Stephane Grappelli, Lou Soloff e Lucio Dalla (ultimamente anche con Stefano Bollani) ed ha suonato l' inno di Mascalzone Latino per la Coppa America. Il suo jazz si inserisce nel solco della tradizione, senza perdere di vista il patrimonio artistico napoletano. Sul versante più moderno si colloca invece The Reverse, miscela di hip hop, manipolazioni da dj, funky metropolitano. Musica che si presta molto ad essere ballata, ovviamente, e che piacerà ai più giovani.
Anche quest' anno Umbria Jazz ospita orchestre giovanili di università e scuole superiori americane, dove la jazz band è una tradizione consolidata. Molto spesso la qualità è sorprendentemente alta, perché è alto il livello degli insegnanti e fortissimo è l' interesse dei ragazzi. Il movimento delle big band scolastiche è vivace e interessante, ed è seguito con attenzione e affetto dal mondo del jazz dei "grandi". A Umbria Jazz 06 partecipano The Bradley University big band, The Folsom High School Choir, The Capital University band e The Monterey Next Generations Jazz Orchestra.
Le Clinics del Berklee: Studiare Jazz a Perugia con la Piu' Prestigiosa Scuola del Mondo
Se Umbria Jazz è un festival da ascoltare, esiste però una dimensione contemporanea e parallela ai concerti, quella della didattica, che coinvolge circa duecento studenti l' anno ed ha diplomato ormai diverse migliaia di giovani.
Dal 4 al 16 luglio si svolgono infatti, per la ventunesima volta, i seminari della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics tenuti dal Berklee College of Music di Boston. Le Clinics sono un fatto molto importante di Umbria Jazz, e l'Associazione che le organizza, autonoma rispetto a quella che si occupa del festival vero e proprio, riesce a superare oggi notevoli difficoltà finanziarie (grazie soprattutto al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e del Comune di Perugia) per poter dare ai ragazzi che si iscrivono da tutta l' Europa l'opportunità di studiare in una scuola come la Berklee che non ha concorrenti al mondo per prestigio, storia, risultati.
Le Clinics sono da sempre un fiore all' occhiello del Festival. La prima edizione risale al 1982, ovvero con la rinascita di Umbria Jazz dopo tre anni di interruzione. Il primo anno i seminari perugini furono abbastanza occasionali e improvvisati, ma già l' anno dopo trovano un migliore assetto organizzativo con gli insegnanti della Rutgers University. Nel 1984 è la Duke Univesity a tenere i corsi sotto la direzione di Paul Jeffrey, che i più attenti fans del jazz ricorderanno certamente per aver suonato a lungo con Thelonious Monk.
Ma è solo con la Berklee, due anni dopo ancora, che le Clinics fanno il salto di qualità definitivo. Dalle aule di Boston non per nulla sono usciti decine e decine di personaggi che hanno fatto e stanno facendo la storia moderna del jazz: fra questi, Joe Zawinul, John Scofield, Quincy Jones, Gary Burton, Bill Frisell, Miroslav Vitous, Al di Meola, fino a Branford Marsalis. Sono anche usciti innumerevoli bravi professionisti, magari non altrettanto famosi, che si guadagnano da vivere facendo vita da sessionmen negli studi del cinema, della tv o nei dischi.
I seminari perugini sono diretti da Larry Monroe e da Giovanni Tommaso. Carlo Pagnotta ne è il presidente, e Sauro Peducci il responsabile organizzativo. Spesso, in aggiunta alle diverse classi, si sono tenuti seminari speciali con insegnanti famosi: vale la pena di citare Jim Hall, Johnny Griffin, Zawinul, Joe Pass, Milt Jackson, Frisell, Paul Motian, Wynton Marsalis, Elvin Jones, Pat Martino.
Anche in quest'edizione ci saranno corsi speciali con Gary Burton.
Agli studenti che ottengono i migliori risultati la Berklee offre borse di studio e facilitazioni per continuare gli studi nella sede madre di Boston.
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